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venerdì, Ott 08

Nobel per la pace 2021 premia la difesa della libertà di espressione



Da Wired.it :

Conferito alla giornalista filippina Maria Ressa e al giornalista russo Dmitry Muratov per il loro impegno nella difesa della libertà di espressione

Il Comitato per il Nobel norvegese ha scelto la giornalista filippina Maria Ressa e il giornalista russo Dmitry Muratov come vincitori del premio Nobel per la pace del 2021, per “i loro sforzi nel salvaguardare la libertà di espressione, precondizione di ogni società democratica e della pace duratura”. I due sono stati quindi elogiati per “la loro coraggiosa lotta a favore della libertà di espressione nelle Filippine e in Russia”.

Maria Ressa, nominata persona dell’anno dal Times nel 2018, è la fondatrice di Rappler, un giornale investigativo online con il quale è stata in grado di documentare la violenza e il crescente autoritarismo del regime di Rodrigo Duterte, presidente delle Filippine. Ressa e il suo giornale hanno focalizzato i loro sforzi nel raccontare la controversa e omicida campagna antidroga di Duterte, così violenta da sembrare una guerra civile per il numero elevatissimo di morti causati dalle forze dell’ordine. Per le sue indagini, Ressa è stata processata per diffamazione dalle autorità filippine e si trova tuttora sotto arresto. Human rights watch, Amnesty international e Reporter without borders hanno condannato il suo processo come “kafkiano” e “grottesco” e ne chiedono l’immediata scarcerazione.

Dmitry Muratov è stato tra i fondatori, nonché direttore per 24 anni, dell’unico grande giornale indipendente della Federazione russa: la Novaja Gazeta. Per il Comitato norvegese, Muratov è stato per decenni uno strenuo “difensore della libertà di parola in Russia, nonostante condizioni sempre più difficili”. Infatti, a partire dalla sua fondazione, sei giornaliste e giornalisti di Novaja Gazeta sono stati uccisi per le loro inchieste. Tra questi si trova Anna Politkovskaja, assassinata nell’ascensore del suo palazzo il 7 ottobre del 2006 per i suoi reportage sulle atrocità compite dai militari russi durante la guerra di Cecenia. Nonostante gli omicidi, le minacce e le violenze, Muratov non ha mai abbandonato la politica indipendente del giornale, sostenendo il diritto alla libertà di parola dei sui giornalisti e giornaliste.

“Un giornalismo libero, indipendente e basato sui fatti serve a proteggere dall’abuso di potere, dalle bugie e dalla propaganda di guerra ha dichiarato la presidente del Comitato Berit Reiss-Andersen “Senza la libertà di espressione e la libertà di stampa, sarà difficile promuovere con successo la fraternità tra le nazioni, il disarmo e un concerto globale per avere successo nel nostro tempo. L’assegnazione del Premio Nobel per la Pace di quest’anno è quindi saldamente ancorata alle disposizioni del testamento di Alfred Nobel”.

A differenza degli altri premi, quello per la pace viene conferito in Norvegia, presso il municipio di Oslo, perché all’epoca dell’istituzione dei premi Nobel la Norvegia era ancora parte della Svezia. Inoltre, è l’unico premio che può essere conferito anche a delle organizzazioni e non solo alle singole persone.

Lo scorso anno il premio era stato assegnato al Programma alimentare mondiale, la più grande organizzazione umanitaria al mondo che si occupa di combattere la fame e promuovere la sicurezza alimentare. Quest’anno invece, oltre a Maria Ressa e a Dmitry Muratov, erano in lizza per la vittoria Greta Thunberg, la giovane attivista svedese per lo sviluppo sostenibile e contro il cambiamento climatico, Svitlana Tsikhanousskaya, leader dell’opposizione bielorussa al governo brutale e autoritario di Aljaksandr Lukashenko, e l’Organizzazione mondiale della sanità, per l’impegno nella battaglia globale contro la pandemia da coronavirus.

Da quando è stato istituito, il Nobel per la pace non è stato assegnato per 8 volte durante la prima guerra mondiale e nel primo dopoguerra, per 5 volte durante la seconda guerra mondiale e per 6 volte durante la guerra fredda tra blocco occidentale e sovietico, di cui 3 a causa della guerra in Vietnam.





[Fonte Wired.it]