Essere nomadi digitali sta diventando sempre più popolare. Lo dimostra anche il ritorno in Thailandia, dopo una lunga assenza, del Nomad Summit, l’evento che ha consacrato Chiang Mai come una delle capitali del nomadismo digitale. Qui vanno in scena le startup di questa comunità di persone e si parla di come la tecnologia sta aiutando questo stile di vita. È un festival per connettere persone, due giorni di conferenze, attaccata ad una settimana di eventi e seminari in giro per la città.
Un festival arrivato alla decima edizione
“Il Nomad Summit di Chiang Mai celebra quest’anno il suo decimo anniversario, nonostante ci sia stata una pausa di cinque anni in mezzo cominciata con la pandemia. Ha quindi una lunga storia e speriamo un futuro altrettanto brillante”, ci dice il nuovo organizzatore del summit, Christoph Huebner, che lo ha acquisito per riportarlo a cadenza annuale. La co-organizzatrice del summit, Kai Isand, ci spiega che “Il focus è ovviamente sullo stile di vita dei nomadi digitali, ma non sull’aspetto del viaggio, perché qui si parla di costruire: aziende, community, e startup” fatte su misura per permetterci di vivere, lavorare e viaggiare.
50 milioni di nomadi digitali
Di tutte le persone che lavorano da remoto, il 50 per cento sceglie di abbracciare una qualche forma di nomadismo digitale, secondo alcune ultime statistiche citate al Summit, e il numero dei digital nomad avrebbe raggiunto i 50 milioni di individui. Del resto sono molti i paesi del mondo che stanno offrendo visti per digital nomad, 45 secondo gli ultimi dati, ma possono arrivare anche ad oltre 60 se consideriamo che possono avere nomi differenti ma gli stessi criteri, che sono quelli di permettere di vivere e lavorare in paesi che non sono quelli dove siamo nati. E tra questi c’è anche l’Italia, che dall’anno scorso permette questo tipo di documento agli stranieri nel nostro paese.
Nuovi tipi di governance per i nomadi digitali: l’idea di Draper Nation
Così in un mondo dove il lavoro da remoto, internet e la diffusione globale dell’inglese sopratutto tra le nuove generazioni, rende oggi semplice diventare digital nomad, nascono esperimenti come Draper Nation, che sta creando nazioni digitali senza terra per offrire servizi e nuovi tipi di governance per chi abbraccia la vita del nomade digitale. Questa è l’idea di Vikram Bharati, fondatore di DSH Ventures, una piattaforma che offre agli imprenditori l’accesso a una rete internazionale di opzioni di finanziamento a rischio per supportare le startup tecnologiche in un mondo senza confini. “Il primo passaporto risale alla fine della Prima Guerra Mondiale, non tanto tempo fa – dice Bharati -. Non vogliamo rimpiazzare il passaporto analogico, ma l’idea è quella di creare nuovi tipi di documenti e servizi per nuove tipologie di identità globali”.
Con Flippa si vende la propria attività online
Tra le startup più interessanti incontrate al Nomad Summit c’è Flippa , una piattaforma di brokeraggio che aiuta le persone a vendere la propria attività online o ad acquistare attività digitali. Si possono vendere ecommerce, app e qualsiasi cosa sia un business online, compreso un canale YouTube.
Il social network dei “nomadi”
Altra app interessante che parla al mondo dei digital nomad è Santlantis, una sorta di social network, presentato in anteprima al Summit, che è sia un archivio delle città del mondo che offrono servizi per i nomadi digitali, ma anche un social network che usa una tecnologia che certifica la propriertà dei contenuti.
Un hackaton per giovani sviluppatori
Al Summit si è svolto anche un Hackaton, organizzato da ShakeSphere, azienda di consulenza tech thailandese, che ha messo insieme giovani sviluppatori thailandesi e nomadi digitali per immaginare idee che risolvono un problema e costruire insieme un prototipo per una app che aiuti la community dei digital nomad. “Ho chiesto che ci si ispiri un po’ alla Italian-Social-Culture”, ci dice il Ceo e founder, Dave Malhotra, che ha cominciato la sua vita da nomade proprio in Italia. Che ci confessa: “In Italia ho imparato che si può entrare in connessione attraverso un bicchiere di aperitivo”.