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mercoledì, Giu 03

non servono registrazioni, account né password

Da Punto-Informatico.it :

La sezione Domande del sito ufficiale di Immuni pone grande attenzione al tema della privacy, com’è giusto che sia, anche in considerazione delle tante voci che vorrebbero l’applicazione sviluppata in modo da esercitare una qualche forma di controllo e sorveglianza sulla popolazione. A tal proposito abbiamo già scritto su queste pagine del via libera ottenuto dal Garante e di come non vengano raccolte informazioni sugli spostamenti. Aggiungiamo con questo articolo che il software non richiede alcuna registrazione né la creazione di un account o di una password.

Immuni non richiede registrazione o password

Un dettaglio non di poco conto e che va sottolineato anzitutto per mettere in guardia a proposito di iniziative malevole che sfruttando l’attenzione rivolta a Immuni cercano di allungare le mani sui dati degli utenti: proprio ieri abbiamo segnalato una truffa diffusa in ambito PC in grado di mettere sotto scatto le informazioni chiedendo poi il pagamento di un riscatto, nel più tipico modo di agire dei ransomware.

Se ci si imbatte in un’app o in un sito che chiedono di effettuare una registrazione o di fornire una credenziale per l’utilizzo di Immuni è bene girare al largo:

Devo fare una registrazione con indirizzo email e password?

No. L’app non raccoglie alcun dato che consentirebbe di risalire alla tua identità. Per esempio, non ti chiede e non è in grado di ottenere il tuo nome, cognome, data di nascita, indirizzo, numero di telefono o indirizzo email.

Il sistema di contact tracing dell’applicazione si basa sull’impiego del Bluetooth Low Energy per sapere se l’utente è entrato in contatto con un soggetto potenzialmente in grado di trasmettere la malattia, avvisandolo e invitandolo di conseguenza a prendere le necessarie precauzioni.

L’interazione tra i dispositivi di diverse persone che hanno installato Immuni avviene attraverso la trasmissione di un codice casuale e senza lo scambio di alcuna informazione relativa all’identità dei singoli. In altre parole, anche nel caso in cui dovesse comparire sullo smartphone la notifica relativa alla possibile esposizione, non c’è modo di sapere a chi è attribuita la responsabilità.



Fonte Punto Informatico Source link