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lunedì, Feb 19

Novichok, cos’è l’agente nervino che avrebbe ucciso Alexei Navalny



Da Wired.it :

Yulia Navalnaya, vedova del dissidente russo Alexei Navalny, avrebbe accusato le autorità russe di tenere nascosto il corpo del marito per attendere che le tracce dell’agente nervino Novichok spariscano. Secondo Navalnaya il marito sarebbe infatti stato nuovamente avvelenato con la sostanza che era stata utilizzata contro di lui nel 2020. Secondo quanto dichiarato dal Cremlino, le indagini sulla morte di Navalny sarebbero ancora in corso.

Che cos’è il Novichok

Il Novichok fa parte di una classe di composti chimici che interferiscono con il corretto funzionamento di alcuni neurotrasmettitori, le molecole attraverso cui le cellule del sistema nervoso comunicano fra di loro. Il Novichok inibisce infatti l’enzima acetil-colinesterasi, causando l’accumulo di acetilcolina e la conseguente iper-attivazione del sistema nervoso parasimpatico. Questo ha come conseguenze una riduzione del battito cardiaco e della pressione arteriosa, oltre che numerosi altri effetti collaterali. Si tratta infatti di una sostanza estremamente tossica, che può causare sintomi come convulsioni, nausea, paralisi e difficoltà respiratorie, sia a causa del riversamento di liquidi nelle vie aeree che, successivamente, del blocco dei muscoli respiratori. La morte legata all’avvelenamento da sostanze come il Novichok, infatti, avviene spesso per asfissia.

Le origini

La parola Novichok in russo significa nuovo arrivato e indica in realtà diverse sostanze tutte appartenenti alla classe chimica degli organofosfati. Secondo l’enciclopedia Britannica, le sostanze chimiche Novichok sono state sviluppate nell’Unione Sovietica attorno agli anni ’80, nel contesto di un programma segreto denominato Foliant, progettato per aggirare i controlli sulle armi chimiche. Il Novichok è stato prodotto in forma liquida, come polvere e come aerosol.

Nel 2018 una sostanza appartenente a questa classe di composti fu utilizzata per avvelenare l’ex spia russa Sergei Skripal, che sopravvisse. Chiari segnali di avvelenamento da Novichok vennero ritrovati anche quando l’attivista russo Alexei Navalny venne ricoverato a Berlino nel 2020 in gravi condizioni di salute.



[Fonte Wired.it]