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lunedì, Ott 21

Nubifragi ed esondazioni, se maltempo significa ormai “allerta meteo”


Ogni anno, in autunno, il nostro Paese assiste agli effetti collaterali del cambiamento climatico dinanzi ai quali la politica è rimasta immobile per convenienza. Il decreto clima migliorerà le cose?

Il nord Italia si è svegliato sotto i colpi del maltempo. Dopo una siccità che andava avanti da mesi, con fiumi e bacini lacustri in prosciugamento e vicini al record negativo, è arrivata la tanto agognata pioggia. Ma, come accade sempre più spesso negli ultimi tempi, si è trattato di un fenomeno straordinario in termini di violenza.
Milano è in tilt. Sono caduti alberi, è esondato il Seveso, così come sono inaccessibili i sottopassi per l’autostrada. Alcune linee di trasporto sono saltate, mentre in una scuola è crollata una parte di controsoffitto. In Liguria ci sono state frane, smottamenti e allagamenti nella zona di Albenga, mentre un vasto blackout ha interessato Genova. Molte scuole sono chiuse, così come alcuni dipartimenti universitari. Una tromba d’aria ha invece colpito il basso Friuli.

(Getty Images)

Che ottobre sia un mese di fenomeni meteorologici estremi non è una novità. È autunno, arrivano le piogge e si potrebbe risolvere tutto così, in modo superficiale. Eppure, quanto successo nelle ultime ore deve essere un campanello d’allarme. Come sottolineano diverse studi, infatti, il cambiamento climatico in Italia sta assumendo proprio queste sembianze: diminuzione delle precipitazioni, che saranno però più intense e concentrate quando si verificheranno. Con il conseguente aumento del rischio idrogeologico, in un Paese dove il 91% dei comuni è a rischio dissesto in questi termini – secondo le analisi dell’Ispra.

L’alternarsi di periodi di siccità e nubifragi diventerà allora la regola. Oltre che le popolazioni, a soffrirne più di tutti sarà l’agricoltura. Nei prossimi anni, tra siccità, alluvioni ed erosioni del suolo si rischia una perdita fino all’1% sulla produzione, con danni per oltre 30 milioni di euro l’anno per il settore agricolo. Lo ha sottolineato l’Agenzia Nazionale per l’Efficienza Energetica. Il maltempo di questa notte, che per fortuna ha causato pochi danni alle persone, diventa però un post it sull’agenda politica, un richiamo alla mobilitazione. Gli effetti del cambiamento climatico non possono essere ignorati, perché ne va del nostro territorio, della popolazione italiana, ma anche dell’economia, produzione agricola su tutti.

Eppure agire non è semplice. Occuparsi di ambiente e di salvaguardia del territorio davanti dalle bizze del clima significa chiedere dei sacrifici, economici e sociali. Significa destinare delle risorse a questi aspetti, togliendole magari a misure meglio vendibili nel breve termine in termini di consenso. Ecco perché le forze politiche, tanto impegnate in discorsi ideologici sulla salvaguardia dell’ambiente in campagna elettorale, finiscono poi per abbandonare questi temi una volta che salgono al governo. Una classe politica che vive nel brevissimo termine e ha interesse solo a massimizzare il proprio consenso, non è disposta a fare sacrifici oggi per avere benefici domani. Farlo potrebbe essere una condanna a perdere il potere.

Deve essere chiaro che questi eventi sono sempre più frequenti e intensi e che sono la conseguenza dei cambiamenti climatici prodotti dall’uomo”, ha sottolineato Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace. “Vedere ogni settimana un’allerta meteo, non è dunque casuale. Va ribadito che ci sono responsabilità che la politica e l’industria, in particolare quella energetica, devono assumersi per garantire un futuro dove a farla da padrone non sia il caos climatico”. Insomma, come è l’uomo a creare o quanto meno a contribuire ai disastri climatici come quelli delle ultime ore, deve essere anche l’uomo a impegnarsi per mitigare tutto questo, con politiche adeguate. Politiche che, nella logica del consenso, si preferisce rimandare. La sfida del cambiamento climatico è però oggi, come dimostrano le frane, gli smottamenti, le trombe d’aria al nord, ma anche la siccità estrema al sud – la Coldiretti ha sottolineato che questo autunno si classifica fra i più bollenti dal 1800, con una temperatura di 1,27 gradi sopra la media.

Dopo oltre un anno di nulla sul tema con il governo giallo-verde, negli scorsi giorni l’esecutivo Pd-M5s ha approvato il decreto clima, con incentivi per chi rottama mezzi di trasporto inquinanti, ma anche finanziamenti per i Comuni che avviano progetti green. Un segnale positivo, soprattutto rispetto al passato, ma si poteva e doveva fare molto di più. La speranza è che gli eventi meteorologici estremi delle ultime ore contribuiscono a riaprire il dibattito sulla salvaguardia del territorio italiano dai rischi climatici.

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