Si tratta di profili a supporto del presidente americano e del movimento MAGA, in alcuni casi con centinaia di migliaia di follower, che pubblicavano dall’Europa dell’est o dalla Nigeria o da altri paesi ancora
X, il social network (già Twitter) di Elon Musk, ha lanciato una nuova funzione per mostrare il Paese o la regione del mondo in cui sono basati gli account. “Questo è un importante primo passo per garantire l’integrità della ‘piazza globale’”, ha spiegato Nikita Bier, responsabile dello sviluppo dei prodotti della piattaforma: “Abbiamo in programma di fornire molti altri strumenti agli utenti per verificare l’autenticità dei contenuti che vedono su X”. La novità ha permesso di scoprire, come riportato tra gli altri dal Guardian, da CNN e dal New York Times, come alcuni account rilevanti che postano in favore di Donald Trump e del movimento MAGA non siano basati negli Stati Uniti, nonostante i contenuti postati lo suggerissero. Ad esempio un profilo denominato MAGA NATION, che ha oltre 400mila follower e posta regolarmente, pubblica dall’Europa dell’est. E l’account IvankaNews, profilo fan della figlia di Trump con circa un milione di follower, è invece basato in Nigeria. Altri account di questo tenore sono stati individuati anche in Thailandia e in Bangladesh. Secondo quanto ricostruito da BBC Verify, alcuni account pro Trump che postano da fuori gli Stati Uniti sono stati sospesi da X.
Le fake news diffuse
I dati resi pubblici dal social network hanno permesso di svolgere anche ulteriori analisi: NewsGuard, per esempio, ha scoperto che account in favore di Donald Trump che sembrano operare negli Stati Uniti ma in realtà lo fanno da altri Paesi hanno diffuso 31 narrative false. Queste fake news, diffuse negli ultimi 15 mesi sulla politica americana e le questioni globali, variano da presunti casi di corruzione di esponenti del Partito Democratico fino a un falso complotto dell’intelligence ucraina per uccidere Volodymyr Zelensky in Polonia. Questi account, secondo Newsguard, hanno un totale di oltre 1.7 milioni di follower. Come sottolineato dal New York Times, X ha faticato a lungo per contrastare account fake o automatizzati che diffondono false informazioni sulla piattaforma. Diverse ricerche hanno indicato bot che postavano disinformazione sulle elezioni e sulla pandemia di coronavirus, oltre che promuovere teorie del complotto.
La situazione degli account su X
La BBC ha indicato come molti account individuati in queste analisi avessero una spunta blu, il che indica che si erano iscritti alle funzioni premium di X che permettono – qualora siano rispettati diversi criteri, tra cui la verifica dell’identità – di guadagnare dai post. Secondo Darren Linvill, esperto di disinformazione presso il Media Forensics Hub della Clemson University, “ci sono account gestiti da ‘troll farm’, altri vestiti da Stati sovrani, e altri ancora che stanno solo cercando di fare soldi fingendo di essere statunitensi”. Alexios Mantzarlis della Cornell Tech ha spiegato che “ci sono sempre soldi da fare alimentando le tensioni culturali americane sui social network”, pur sottolineando come attori statali e partiti politici abbiano sfruttato simili account diverse volte in passato. In ogni caso, secondo il professor Linvill “gli attori malintenzionati si adatteranno presto” alla novità introdotta da X: “Possono aggirarla usando VPN, adatteranno il modo in cui creano i loro account così da far sembrare che siano basati in Occidente o negli Stati Uniti”.
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Altri casi emersi
La nuova funzione di X ha permesso di individuare anche casi relativi ad altri temi: per esempio, ancora secondo BBC Verify, i dati resi pubblici dal social network hanno mostrato come alcuni account a favore dell’indipendenza della Scozia accedessero alla piattaforma dall’Iran. Ed è emerso anche un caso di un account, con oltre 50mila follower, che si presentava come un “fiero Democratico” e oppositore del movimento MAGA, che però posta dal Kenya.

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Il progetto AI4TRUST
Il contrasto alla disinformazione è al centro di AI4TRUST. Il progetto, finanziato dal programma Horizon Europe dell’Unione Europea, si propone di sviluppare una piattaforma contro la disinformazione che combini l’apporto dell’intelligenza artificiale con le verifiche di giornalisti e fact-checker. AI4TRUST, di cui Sky TG24 è partner, è anche stato al centro della puntata del programma di approfondimento “Progress” andata in onda domenica 23 marzo.
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