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martedì, Mag 19

Nuovi caschi e tende per proteggere gli operatori sanitari dal coronavirus



Da Wired.it :

Facendo indossare i due nuovi dispositivi ai pazienti si ridurrebbe in modo significativo la dispersione di aerosol nell’ambiente, permettendo a medici e infermieri di operare in maggiore sicurezza

coronavirus
(foto: Michigan Medicine, Flexsys Inc)

Un team dell’università del Michigan ha sviluppato due prototipi per nuovi dispositivi di protezione per contenere la diffusione del coronavirus tra gli operatori sanitari. Si tratta di un casco e di una tenda isolante a pressione negativa da far indossare al paziente che aspirano e filtrano l’aria carica di particelle virali. Monouso, economici e pratici, casco e tenda isolante hanno superato i primi test preclinici. I risultati sono stati pubblicati sull’International Journal of Tuberculosis and Lung Disease.

Come funzionano

Caschi e tende isolanti, collegati a un respiratore, creano una pressione negativa che aspira l’aria al loro interno, consentendo abbondante ricircolo con l’aria dell’ambiente esterno. L’aria nel casco (comprese le goccioline espirate dal paziente) passa quindi attraverso un filtro Hepa prima di essere rilasciata nella stanza.

(foto: University of Michigan Center for Integrative Research in Critical Care)

I vantaggi

I due nuovi prototipi nascono dall’esigenza di trovare modi più efficaci per proteggere coloro che combattono Sars-Cov-2 in primi linea, ossia medici e infermieri.

Casco e tenda isolante a pressione negativa avrebbero il vantaggio di permettere agli operatori sanitari di lavorare attorno e sul paziente in maniera più sicura senza tra l’altro impedire i trattamenti. Anzi, secondo gli ideatori dei progetti il personale sanitario potrebbe tornare a applicare quelle procedure meno invasive (per esempio la ventilazione non invasiva attraverso sondini nasali) limitate durante l’emergenza Covid-19 perché comportano la produzione di maggiori aerosol, esponendo quindi a maggiori rischi di infezione.

Sia il casco che la tenda isolante, poi, sono pensati per essere monouso, eccezion fatta per le componenti che possono essere sostituite (come i filtri) o pulite (motori).

Rispetto ad altre soluzioni, i caschi e le tende isolanti sono economici (150 dollari contro i 120mila delle camere a pressione negativa che si usavano negli anni ‘80 per limitare la diffusione dei microbi) e si spostano con il paziente che così può essere sottoposto più facilmente a esami di approfondimento per esempio.

I test

Per il momento casco e tenda isolante non sono stati testati in ambito clinico. Le prove effettuate hanno coinvolto un volontario sano e qualche paziente affetto da Covid-19, allo scopo di valutare da una parte il funzionamento dei dispositivi, dall’altra la loro praticità e quanto fossero tollerati dai pazienti che li dovrebbero indossare e del personale sanitario che dovrebbe operarci intorno.

Tenendo a mente queste limitazioni, i primi risultati sono incoraggianti: durante le simulazioni di produzione di aerosol i dispositivi hanno dimostrato di abbattere in modo drastico le particelle tra 0,01 e 1 micrometro (Sars-Cov-2 misurerebbe 0,06-0,14 μm) nell’ambiente intorno al paziente (a 15 cm dalla bocca) e nell’ambiente esterno. Anche il riscontro di pazienti e operatori sanitari è stato positivo: i pazienti riuscivano a comunicare con il personale e anche con i parenti per telefono, mentre gli operatori non hanno riscontrato particolari limitazioni durante le procedure mediche.

L’auspicio, dunque, è che la sperimentazione clinica porti all’approvazione da parte della Food and Drug Administration statunitense entro l’autunno, per poterli commercializzare a fine anno.

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[Fonte Wired.it]