Quando hai fatto il primo vaccino contro Covid-19? Dove ho messo i risultati delle analisi del sangue? E la prescrizione del medico per acquistare quel farmaco? Può capitare a tutte e tutti di perdere referti o materiali che contengono informazioni che sarebbe meglio tenere sempre a portata di mano. Per evitare spiacevoli inconvenienti e aiutare medici e infermieri a ricostruire la storia clinica di un paziente, in Italia è in corso lo sviluppo del Fascicolo sanitario elettronico 2.0 (Fse). Si tratta di un portale digitale in cui vengono registrate tutte le informazioni relative alla salute di cittadine e cittadini del nostro Paese. Un progetto pionieristico in Europa che dovrebbe vedere il suo completo sviluppo entro il 2026.
Per cominciare, come annunciato mercoledì 12 giugno in conferenza stampa dal sottosegretario all’Innovazione Alessio Butti e dal sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato, entro la fine del 2024 sarà possibile utilizzare il Fse su tutto il territorio nazionale per quattro prestazioni principali: la prenotazione di esami e visite, il pagamento di ticket sanitari, la consultazione dei referti medici e anche la scelta o il cambiamento del medico di base
Il taglio della burocrazia
Il ministero della Salute, il dipartimento per la Trasformazione digitale, la conferenza Stato-Regioni e il Garante della privacy sono i protagonisti dell’implementazione di questo sistema che punta a essere disponibile e funzionante in maniera omogenea in tutte le regioni e potrà essere utilizzato anche da medici di base e pediatri di libera scelta. Basterà entrare nella piattaforma (il personale sanitario attraverso le modalità previste da ciascuna regione e i cittadini tramite Spid o la carta di identità elettronica) per consultare documenti come le prescrizioni di farmaci o il numero e il tipo di allergie di qualsiasi paziente autorizzi la visione dei dati; oppure per prenotare visite o scaricare referti medici senza dover tornare in ambulatorio.
Oltre a servire per gestire specialmente le situazioni di emergenza, a detta del sottosegretario Butti il fascicolo sanitario elettronico darà un importante contributo alla riduzione della burocrazia in ambito sanitario, andando incontro alle esigenze di medici e infermieri costretti a compilare (anche a mano) una importante mole di documenti per ciascun paziente, cosa che rischia di sottrarre tempo ed energie alla cura effettiva del malato.
La tutela dei dati
La condivisione dei dati da parte dei pazienti, tuttavia, non è obbligatoria, anzi. Premesso che tutte le informazioni caricate sul Fse saranno protette da privacy e non saranno distribuite a soggetti terzi, ciascuno di noi può decidere di oscurare tutti i pregressi clinici che si preferisce mantenere riservati. In questo senso, fino al 30 giugno sarà possibile anche negare il proprio consenso all’inserimento, all’interno del proprio Fse, dei documenti sanitari risalenti a eventi clinici antecedenti al 19 maggio 2020. Tale consenso, che servirebbe ad aumentare la quantità di informazioni di cui è dotato il Fascicolo alimentandone il funzionamento, può essere negato tramite il servizio on line “Fse – Opposizione al pregresso”.