Ma la legge tocca direttamente anche gli interessi economici di Musk, tagliando significativamente gli incentivi all’acquisto di veicoli elettrici – di cui ha beneficiato tra gli altri anche Tesla – e aumentando le sovvenzioni per i combustibili fossili. “È totalmente folle e distruttiva – ha commentato Musk su X, parlando della legge –. Concede sussidi alle industrie del passato e danneggia gravemente quelle del futuro“.
Qual è la strategia politica di Musk?
L’uomo più ricco del mondo ha promesso di ostacolare in ogni modo i deputati e i senatori che hanno votato a favore del big beautiful bill, ma ha anche detto che il suo nuovo partito cercherà di ottenere solo pochi seggi al Congresso: quanto basta per sovvertire l’equilibrio di potere a Washington. “Un modo per raggiungere questo obiettivo sarebbe quello di concentrarsi solo su due o tre seggi del Senato e su otto-dieci distretti della Camera – ha scritto su X –. Dati gli strettissimi margini legislativi, sarebbe sufficiente per avere il voto decisivo su leggi controverse, assicurando che rispondano alla reale volontà del popolo“.
Per spiegare la sua strategia, Musk ha anche rispolverato un po’ di mitologia greca. “Il modo per smantellare il sistema monopartitico è una variante del metodo usato da Epaminonda per distruggere il mito dell’invincibilità spartana a Leuttra: una forza estremamente concentrata in un punto preciso del campo di battaglia“, ha scritto.
Il “programma” dell’America party
In attesa che la sua costituzione venga ufficializzata, un indizio sulle possibili priorità del nuovo partito arriva come al solito da X, dove Musk ha risposto in maniera entusiastica a un utente che aveva condiviso un’ipotesi di programma con i seguenti punti:
- Riduzione del debito nazionale, attuazione di politiche di austerità;
- modernizzare le forze armate con la tecnologia militare;
- accelerare i progetti legati a intelligenza artificiale e robotica;
- Ridurre l’autorità o smantellare del tutto le agenzie di regolamentazione, soprattutto nel settore energetico;
- Favorire la libertà di espressione;
- Combattere l’immigrazione clandestina.
Chi ci guadagna?
Sebbene nelle ultime settimane abbia preso le distanze dal Partito repubblicano, Musk non ha abbandonato le sue posizioni conservatrici e libertarie. Se il progetto dovesse effettivamente concretizzarsi, l’America party sarebbe destinato a rivolgersi alla stessa base del Maga sottraendo voti ai Repubblicani. Uno scenario che potrebbe ovviamente giovare al Partito democratico.
I partiti alternativi al duopolio USA nella storia
Non benissimo. Nelle corse presidenziali, i candidati di movimenti diversi dal Partito democratico e repubblicano riescono nel migliore dei casi a fare un po’ di rumore, mentre a livello locale è capitato che facessero eleggere un consigliere o un sindaco. Ma il sistema bipartitico rimane profondamente radicato nella politica americana. E pur essendo l’uomo più ricco del mondo e il proprietario di un’importante piattaforma di social media, Elon Musk non sarebbe il primo miliardario a fondare un partito politico che finisce solo per favorire candidati Repubblicani o Democratici. Il caso più noto è quello dell’uomo d’affari Ross Perot, che si candidò alle presidenziali negli anni Novanta prima come indipendente e poi con un proprio partito, il Reform Party. Sebbene le sue possibilità di vittoria fossero scarse, il suo impatto fu sufficiente a sottrarre voti al candidato Repubblicano favorendo Bill Clinton.
Come ha reagito Trump?
La risposta del presidente statunitense al nuovo partito di Musk non si è fatta attendere. Sul suo social Truth, Trump ha definito l’ex alleato “fuori controllo” e ha ricordato come storicamente i partiti alternativi non abbiano mai avuto successo negli Stati Uniti. “L’unica cosa che sono capaci di fare è portare caos e disagi”. – ha scritto Trump –. E ne abbiamo già a sufficienza con i Democratici radicali di sinistra, che hanno perso la fiducia e la testa”.