Oggetti interstellari, affascinanti e misteriosi. Era il 2017 quando il telescopio Pan-STARRS alle Hawaii scoprì un oggetto molto debole. Studiandone la traiettoria ben presto gli astronomi si resero conto che quell’oggetto si trovava su una traiettoria interstellare: veniva dallo spazio esterno al Sistema Solare e lì tornerà nei prossimi anni. Quel corpo venne chiamato 1I/’Oumuamua, il primo oggetto interstellare mai scoperto nella storia. Due anni dopo, nel 2019, è successo di nuovo con la cometa 2I/Borisov, e ora siamo di fronte a una possibile nuova scoperta.
NASA/ESA/HST
Oggetti interstellari
Di quando in quando, nel Sistema Solare, arrivano degli intrusi nati attorno ad altre stelle. Non c’è nulla di strano: anche il Sole spesso espelle elementi della sua giostra; succede soprattutto con le comete più lontane e meno legate al Sole. Le loro orbite sono così schiacciate e allungate che basta un’interazione gravitazionale di troppo, con il Sole o con i pianeti, per perturbarle ed espellerle. Per riconoscere un oggetto interstellare, gli astronomi studiano la forma della sua orbita: se è un oggetto interstellare la sua orbita deve essere un’iperbole, ossia una figura non chiusa attorno al Sole. E questo è vero sia per ‘Oumuamua, per Borisov, e per quanto ne sappiamo finora anche per A11pl3Z.
Il nuovo oggetto interstellare
A11pl3Z ha un nome strano, un codice provvisorio in realtà. La scoperta è stata annunciata su BlueSky da uno studente californiano di astrofisica di nome Astrafoxen, che ha mostrato un’immagine della Deep Random Survey, un collettivo internazionale di astrofili, che mostra questo candidato visitatore interstellare. Un altro appassionato, Sam Deen, ha poi rinvenuto lo stesso oggetto nei dati dell’Asteroid Terrestrial-impact Last Alert System (ATLAS) raccolti tra il 25 e il 29 giugno. Altri dati ancora risalgono al 14 giugno. Unendo questi dati a quelli nuovi, è stato possibile calcolare l’orbita dell’oggetto: è quasi certamente un’iperbole.
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Cosa succederà adesso
Continuando a raccogliere dati, gli astronomi riusciranno a raffinare sempre più la conoscenza della traiettoria di questo oggetto. In linea di principio è ancora possibile che le correzioni porteranno a chiudere l’orbita attorno al Sole, ma visti i dati attuali, è molto difficile. Per ora A11pl3Z è molto debole: si trova a 4 unità astronomiche di distanza (poco dentro l’orbita di Giove) e la sua magnitudine è pari a 18,8 – molto più debole di Plutone, e pertanto visibile solo con osservatori di buone dimensioni. La storia sarà diversa a ottobre, in cui arriverà a circa 2 unità astronomiche. Se sarà confermato come oggetto interstellare, il nome di A11pl3Z diverrà 3I seguito dal nome dello scopritore. Non possiamo che attendere con trepidazione nuovi aggiornamenti, perché ognuno di questi messaggeri interstellari è una miniera preziosissima di informazioni scientifiche.
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