La bottiglia, completamente riciclabile, può contenere sia liquidi caldi che freddi, come molte altre borracce in vetro borosilicato. Si può estrarre la caraffa interna, riempirla con tè o acqua calda — ma anche metterla nel microonde — e poi farla scorrere di nuovo all’interno del guscio in alluminio.
L’unico vero difetto è il manico, che riesce ad alloggiare al massimo solo due dita. Non proprio il massimo per un trasporto prolungato.
Cosa significa davvero ‘medicale’?
Passiamo ai materiali. Nel caso delle borracce, l’aggettivo “medicale” (medical grade in inglese) significa ben poco. Anche se il termine può sembrare rassicurante e far pensare a standard di sicurezza elevati, “è spesso solo un’espressione di marketing vaga, che nasconde le vere complessità e fa leva sulle preoccupazioni delle persone riguardo alle sostanze chimiche”, spiega Gerome Burke Jr., tossicologo medico certificato e direttore del programma di ricerca e reportistica presso il Center for Drug Evaluation and Research della Food and drug administration (Fda), l’agenzia statunitense che si occupa della regolamentazione di farmaci, dispositivi medici, alimenti e cosmetici.
“Si sfrutta il prestigio del campo medico per creare la percezione di una maggiore sicurezza e qualità delle prestazioni, ma questa idea non è supportata da alcuna evidenza scientifica”, aggiunge.
La Fda non prevede una vera certificazione “medicale” per borracce o tazze: il “bollino” di Okapa, in pratica, non significa molto più di “idoneo al contatto con alimenti”. Qualsiasi plastica approvata per l’uso alimentare rispetta già gli standard di sicurezza, precisa Burke.
Quello che conta davvero, spiega l’esperto, è la trasparenza dell’azienda sulla composizione dei materiali e il suo impegno nel non utilizzare sostanze note per essere pericolose, come i Pfas, i cosiddetti inquinanti eterni — composti chimici resistenti alla degradazione che possono accumularsi nell’ambiente e nel corpo umano.
Da parte sua Okapa sostiene che il suo uso di materiali “medicali” non sia solo apparenza. L’azienda afferma che ogni superficie a contatto con l’acqua — vetro borosilicato, silicone, nylon e acciaio inossidabile — è chimicamente inerte, cioè non rilascia plastificanti, metalli o Pfas. Se siete preoccupati per le microplastiche, questo dettaglio potrebbe essere un punto a favore.


