Sale la tensione tra OpenAI e Microsoft sul futuro della loro partnership sull’intelligenza artificiale, con la startup di Sam Altman che vuole allentare la presa del colosso di Redmond sui suoi prodotti e assicurarsi il via libera di Microsoft per il suo piano di conversione in azienda a scopo di lucro. Il mese scorso, infatti, la società no profit che opera nel campo dell’IA ha annunciato la sua conversione in una Public Benefit Corporation, una forma giuridica che mantiene la missione di pubblica utilità ma permette di avere azionisti, raccogliere capitali e distribuire utili.
La difficltà nelle trattative e le opzioni di OpenAI
Le trattative in corso nelle ultime settimane, come riporta il Wall Street Journal, si sono rivelate talmente difficili che i dirigenti di OpenAI hanno valutato quella che considerano “un’opzione nucleare”, ovvero accusare Microsoft di comportamento anticoncorrenziale e fare ricorso all’antitrust per verificare che i termini dell’accordo rispettino le regole di concorrenza. Tra le altre opzioni della startup di San Francisco ci sarebbe la possibilità di esporsi pubblicamente, al fine di rendere note le proprie posizioni e denunciare il ruolo dominante assunto negli anni da Microsoft nel settore dell’intelligenza artificiale. Bisogna infatti ricordare che il colosso del tech è il principale finanziatore di OpenAI, in cui ha investito circa 19 miliardi di dollari, e per questo dispone dell’esclusività nell’uso e nella distribuzione delle loro tecnologie.

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