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Dopo una fase di test, OpenAI, la mente dietro ChatGpt, ha finalmente lanciato Sora, un sistema di intelligenza artificiale generativa in grado di trasformare descrizioni testuali in video, scatenando preoccupazioni nel mondo creativo, soprattutto nel settore cinematografico. L’annuncio è arrivato come parte di un evento a sorpresa organizzato dalla società che, per 12 giorni consecutivi, ha rivelato nuove iniziative legate all’intelligenza artificiale.

Al momento, Sora è disponibile negli Stati Uniti e in diversi altri paesi, ma non ancora nel Regno Unito e in Europa, dove OpenAI deve rispettare rigorose normative sulla privacy e sull’addestramento degli algoritmi.

Anche nei paesi in cui è attivo, Sora presenta delle restrizioni per i suoi abbonati a pagamento nella generazione di video. Per prevenire abusi, ogni file creato da Sora contiene metadati standard e informazioni digitali conformi al consorzio C2pa, che garantiscono la provenienza del contenuto. Gli utenti dovranno accettare un accordo che vieta la creazione di contenuti inappropriati o protetti da copyright. Rohan Sahai, product lead di Sora, ha dichiarato: “Sappiamo di essere sotto i riflettori come OpenAI. Vogliamo bilanciare la prevenzione degli utilizzi impropri con la libertà di espressione creativa. Potrebbe non essere facile e potremmo non essere perfetti fin dall’inizio, ma i feedback degli utenti ci aiuteranno a migliorare”.

Recentemente, un gruppo di artisti americani ha protestato contro OpenAI, accusando la società di averli utilizzati per scopi commerciali e di ‘art washing’ nel tentativo di promuovere Sora come una tecnologia utile. Questa protesta è arrivata da professionisti che hanno testato in anteprima il programma sperimentale e che hanno espresso dubbi sulla sua reale utilità.


FP