La risposta di OpenAI sul caso di Adam Raine: “Uso improprio di ChatGpt”

Una recente notizia ha scosso l’opinione pubblica: il sedicenne statunitense Adam Raine si è tolto la vita dopo mesi di conversazioni con il chatbot ChatGpt. La casa madre di ChatGpt, OpenAI, ha presentato una risposta legale alla corte della California a San Francisco, a seguito delle accuse mosse dalla famiglia di Raine.

La versione di OpenAI

Secondo OpenAI, Adam Raine avrebbe utilizzato ChatGpt in modo improprio, violando diverse regole, tra cui il divieto di utilizzo da parte di utenti minori di 18 anni senza il consenso di un genitore e le conversazioni su temi delicati come il suicidio e l’autolesionismo.

La testimonianza del padre di Adam Raine

Il padre di Adam Raine ha affermato alla commissione del Senato Usa che “ciò che era iniziato come un aiuto per i compiti si è gradualmente trasformato in un confidente e poi in un coach per il suicidio”. Questa testimonianza mette in luce la preoccupazione per il ruolo dei chatbot nelle situazioni di fragilità emotiva.

Il dibattito sul ruolo dei chatbot

La morte di Adam Raine ha aperto un dibattito sul ruolo dei chatbot e sulla responsabilità delle aziende tecnologiche nel proteggere gli utenti, in particolare i più giovani. Dopo la morte dell’adolescente, OpenAI ha aggiunto nuove misure di protezione per i ragazzi e la possibilità per gli adulti di collegare il loro account a quello dei minori.

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