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martedì, Feb 02

Ora che Donald Trump non è più alla Casa Bianca, leggiamo le sue “poesie”



Da Wired.it :

C’è un libro, The Beautiful Poetry of Donald Trump, che è una raccolta serissima delle dichiarazioni dell’ex presidente degli Stati Uniti riadattate in versi. All’estero è un piccolo caso editoriale. Da noi è inedito. Del resto, anche le grandi opere della poesia vanno lette in lingua originale

(Foto di SAUL LOEB/AFP/Getty Images)

Ok, Donald Trump non è più il presidente degli Stati Uniti. Fonderà il movimento dei patrioti, non subito ma presto ritornerà a condurre il proprio show crossmediale, ed è chiaro che per un po’ soffriremo della sindrome dell’arto fantasma. Perché non sono in programma comizi, gli è stato persino sospeso l’account Twitter e in generale abituiamoci a sentirlo molto meno di prima; che si fa, se ci mancano certe sparate? Facile: leggiamo le sue poesie.

The Beautiful Poetry of Donald Trump, uscito per la casa editrice indipendente scozzese Canonegate books, parte proprio da questo assunto: e se The Donald, con le sue affermazioni controverse, non fosse altro che un poeta intento a declamare dei versi? Si scherza, ovviamente. O forse no. Fa fede l’autore dell’opera Robert Sears, già scrittore e umorista della McSweeney di Dave Eggers, e che ha pubblicato un’altra perla come Vladimir Putin: Life Coach, insieme di dritte per affrontare le piccole insidie della vita come farebbe Vladimir Putin (spoiler: con le maniere forti, prendendo come riferimento esempi reali già documentati). Tradotto: siamo dalle parti della satira, e del resto c’è evidentemente del grottesco nei modi e nelle esternazioni di chi ritiene che la democrazia sia un giardinetto personale. Ma stavolta, più che sui consigli per un’esistenza senza intoppi, ci troviamo direttamente nell’alta letteratura.

Il libro, infatti, è una raccolta serissima delle dichiarazioni di Trump, non solo del periodo recente ma anche della precedente vita da tycoon a tempo pieno, riadattate – grazie a un lavoro di taglia, cuci, aggiusta – in forma di poesia. Non manca niente: dall fotomontaggio di copertina, in cui l’ex presidente degli Stati Uniti è ritratto come un novello Percy Bysshe Shelley, in posa su un prato in cerca di ispirazione, alle prime parole che qui diventano il titolo del componimento, modello Dante, a cui poi seguono in fila, tipo versi, altre frasi più o meno a tema di The Donald.

E come ha spiegato il Guardian, non è neanche la prima volta che qualcuno associa gli aforismi del Nostro alla letteratura, come nel caso di Make Poetry Great Again dello scrittore Rob Long; ma The Beautiful Poetry of Donald Trump è sicuramente il lavoro più approfondito e divertente, in questo senso. Grazie al Trump Twitter Archive, di Trump Archive e dell’American Presidency Project, Sears ha costituito un archivio che va dalle uscite scolpite nella memoria collettiva a tweet rimossi, risalendo persino a interviste preistoriche. E se la prima edizione del volume si fermava al 2017, con l’ultimo aggiornamento si arriva a raccogliere poesie fino al 2019.

L’effetto è esilarante: come in una raccolta vera, le parole aprono una finestra sull’anima dell’autore. Si guarda nell’intimo di Trump, nei suoi pensieri; solo che ci si trovano dentro solo misoginia, un rapporto con la natura che sconfina nel disprezzo puro (ah, questi topos dei grandi letterati), spacconeria da “vincenti” contro “perdenti”, falsità, incoerenza. Insomma: quel concentrato di valori figli di un machismo tossico e persino infantile, comunque e sempre arrogante, che il mondo ha visto uscire dalla Casa Bianca negli ultimi quattro anni, ma di cui qui abbiamo anche testimonianze risalenti al 1990, neanche si trattasse di un Ritratto dell’artista da giovane (titolo originale A Portrait of the Artist as a Young Man). Il resto, lo fa una sintassi per stessa ammissione di Sears costituita da frasi coincise, semplici ai limiti dell’elementare, perfette per essere spezzettate e rimescolate a versi, rigorosamente numerati.

Tra i memorabili: la piacioneria di Everybody loves me (“Tom Brady loves me. / The people of New York, they love me. (…) / The bikers love me. (…) / The African Americans love me”); i muscoli del capitano di I‘m open-minded (“I use both iPhone and Samsung: / a great leader as to be flexible”); l’aiku per Putin; l’esperienza da venerato maestro di vagina is expensive, che già di suo (s)qualifica il personaggio.

La (forse) brutta notizia? Che del libro in questione – la cui prima edizione risale al 2017, quella aggiornata al 2019 – non esiste una versione per il nostro Paese, per quanto resti comunque acquistabile in quella internazionale. Forse è per questo che all’estero, tra l’altro, ha rappresentato un piccolo caso letterario, mentre da noi è un inedito, nel senso che non ne ha parlato nessuno. Per il futuro, certo una traduzione in italiano darebbe un ulteriore tocco di professionalità al tutto – riusciamo a immaginarci un’impaginazione con il testo a fronte à la, per dire, John Keats? E però va anche detto che The Beautiful Poetry of Donald Trump è un lavoro talmente puro e straniante, che attraverso l’assurdo mette nero su bianco le sparate di un uomo diventato presidente degli Stati Uniti, da leggersi in lingua originale. Proprio come le grandi opere della poesia, nel senso.

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[Fonte Wired.it]