Per completare il programma coordinato dall’Esa (agenzia spaziale europea) con la partecipazione di Asi (agenzia spaziale italiana ) mancano ancora decine di satelliti, ma l’emozione della messa in orbita di questi sette gemelli avvenuto nelle scorse ore, ha un significato speciale sia dal punto di vista tecnologico che scientifico, e non solo per Argotec o per l’Italia
Pathfinder non è più solo
Il fiato è rimasto sospeso fino al momento dell’ok finale, ma il lancio da record è avvenuto alle 23:25 di lunedì 23 giugno a bordo di un razzo Falcon 9 di SpaceX. David Avino, CEO e fondatore di Argotec, parla di “grande soddisfazione”, ma non nasconde le incognite che questa missione comporta, tra produzione, tempistiche, trasporto, test e lancio.“Sono sempre molte” spiega, sottolineando che stavolta sono ancora di più, perché da moltiplicare per sette, ma per lui e Argotec non sono nuove. Le criticità dell’impresa appena compiuta sono infatti le stesse che hanno già affrontato lo scorso 14 gennaio quando hanno lanciato Pathfinder, il primo satellite della loro costellazione heo (Hawk for Earth Observation).
Primo in assoluto di Iride e lanciato in orbita da solo, questo dispositivo aveva il compito di aprire la strada della futura costellazione di costellazioni e iniziare ad acquisire immagini ad alta risoluzione. La prima l’ha scattata il 5 marzo, immortalando con una risoluzione a terra di 2,66 metri una lunga striscia di Italia centrale, da Fano, attraverso la dorsale appenninica centrale, fino a Roma e poi a Ostia. Uno scatto già entrato nella storia perché il primo con una risoluzione tre volte superiore alla quella attualmente disponibile per l’acquisizione sistematica sull’Italia.
Tutti i satelliti di heo, proprio come Pathfinder, saranno capaci di acquisire immagini di alta qualità. Argotec vuole arrivare a un totale di 25 entro il 2026 e promette che “tutti avranno sensori ottici multispettrali in grado di acquisire immagini in diverse lunghezze d’onda, sia nel visibile e nel vicino infrarosso. Un programma altamente sfidante, ma sostenibile” commenta Avino, confidando sulle tecnologie già presenti nel suo SpacePark, inaugurato nell’ottobre del 2024 da un progetto dell’architetto brasiliano Oscar Niemeyer.
Iride, alleata in arrivo
A regalare all’impresa una dimensione e un fulgore europei, arrivano le parole di Simonetta Cheli Direttrice dei programmi di Osservazione della Terra Esa e del centro di Esa Esrin, che la definisce “un traguardo importante per tutto il programma Iride” ricordandone lo scopo principale: “supportare la tutela del nostro pianeta, la gestione delle risorse e la sicurezza globale”.