Oltre a lasciare l’Oms, Trump ha deciso di abbandonare l’Accordo di Parigi sul clima, sostenendo che il trattato convoglierebbe risorse verso “paesi che non hanno bisogno o meritano l’assistenza finanziaria del contribuente americano“.
Al contrario, il governo cinese ha ribadito il proprio sostegno all’accordo del 2015, annunciando un aumento degli investimenti per le infrastrutture per l’energia verde, in particolare nel sud-est asiatico. E a proposito di transizione ecologica, la Cina oggi produce oltre il 60% dei veicoli elettrici a livello mondiale e l’80% delle batterie che li alimentano.
Analogamente, mentre gli Stati Uniti puntano su politiche commerciali protezionistiche imponendo dazi a molti dei suoi alleati storici, la Cina ha scelto di espandere le proprie partnership economiche in diverse regioni (tra cui l’America Latina, dove stanzierà quasi 10 miliardi di dollari per finanziare infrastrutture e progetti di sviluppo guidati da aziende cinesi).
La Cina sta provando a presentarsi come leader globale anche sul fronte dell’intelligenza artificiale. Al Paris AI Action Summit dello scorso febbraio, più di 60 paesi si sono impegnati a mettere in campo politiche e meccanismi per garantire lo sviluppo di AI aperte, trasparenti, etiche e sicure. Se da una parte gli Stati Uniti e il Regno Unito si sono rifiutati di firmare la dichiarazione congiunta prodotta dal vertice – nel caso dell’amministrazione americana sostenendo che allinearsi con “regimi autoritari” sarebbe un errore –, Pechino è stata una delle forze trainanti dell’accordo.
Tra i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, inoltre, la Cina oggi è il paese che contribuisce maggiormente alle missioni di mantenimento della pace dell’organizzazione. Un impegno destinato peraltro ad aumentare, stando alle parole del ministro della Difesa Dong Jun durante una recente visita in Europa.
iSecondo gli analisti, l’obiettivo è quello di rimodellare le norme internazionali nell’interesse cinese, consolidando nel contempo il ruolo del paese nelle catene di approvvigionamento globali. “La Cina sta cercando di diventare più attiva nei settori in cui ha vantaggi competitivi“, ha commentato Zhao.
Questo articolo è apparso originariamente su Wired US.