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martedì, Mar 05

Oro dai rifiuti elettronici grazie ad un nuovo processo sostenibile ed economicamente vantaggioso

da Hardware Upgrade :

Un team di ricercatori svizzeri dell’ETH di Zurigo ha ideato un nuovo
metodo sostenibile per estrarre metalli preziosi come l’oro dai
dispositivi elettronici dismessi
, utilizzando un sottoprodotto
dell’industria casearia.

I dettagli di questa tecnica sono stati pubblicati su Advanced
Materials
, dove viene mostrato che partendo da 20 vecchie schede
madri
, i ricercatori sono riusciti a recuperare una pepita da
450 milligrammi
composta per il 91% da oro puro a 22 carati e per il
9% da rame: al prezzo attuale dell’oro la pepita ha un valore di circa
33 dollari
. Secondo i calcoli dei ricercatori, l’energia richiesta
per l’esecuzione del processo equivale ad un cinquantesimo del valore
dell’oro recuperato, rendendolo incredibilmente redditizio se ampliato su
scala industriale. In altri termini, per ogni dollaro investito si
possono guadagnare 50 dollari in oro riciclato
.

Si tratta di una tecnica basata sull’impiego di spugne composte da
fibrille proteiche derivate dal siero di latte, un comune residuo del
processo di produzione del formaggio. Come spiegato dal professor Raffaele
Mezzenga, co-autore dello studio,
“Non si può essere più sostenibili di così! Utilizziamo un sottoprodotto
dell’industria alimentare per ottenere oro dai rifiuti elettronici.”



Fonte: ETH Zurich

Il processo prevede una serie di passaggi: anzitutto le proteine del
siero vengono denaturate in condizioni acide e ad alte temperature per
creare un gel di nanofibrille, che viene a sua volta essiccato per
realizzare le “spugne”. I ricercatori hanno poi provveduto a fondere le
parti metalliche dei rifiuti elettronici, realizzando una soluzione
ionizzata dove vengono immerse le spugne, che attraggono e catturano gli
ioni d’oro. Le spugne vengono poi riscaldate, con l’effetto di ridurre
l’oro in scaglie che possono essere nuovamente fuse per dare forma alla
pepita finale.

Gli scienziati stanno ora cercando modi per affinare il processo e
renderlo commercializzabile, oltre a testare altri sottoprodotti proteici
per valutare eventuali migliori prestazioni nel recupero dell’oro. Forse
non si tratterà della nuova pietra filosofale, ma trovare un sistema che
incentivi e renda remunerativo il recupero di metalli preziosi dai
dispositivi elettronici in disuso è indubbiamente positivo:
l’Organizzazione Mondiale della Sanità sottolinea che i rifiuti
elettronici rappresentano la categoria di rifiuti solidi a più rapida
crescita
e che, se non adeguatamente riciclati, sono responsabili
del rilascio di sostanze tossiche dannose per l’ambiente e per la salute.

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