Seleziona una pagina
martedì, Apr 18

Orsa JJ4, per affrontare il caso dobbiamo cambiare modo di raccontarlo | Wired Italia



Da Wired.it :

C’è una polarizzazione che rende impossibile ogni analisi dei fatti della vicenda che riguarda l’orsa JJ4. Da una parte c’è il successo del progetto Life Ursus in Trentino, partito nel 1996 quando l’orso bruno del Brenta era praticamente scomparso dalla zona, e concluso nel 2004 con il ripopolamento degli orsi. Al capo opposto c’è la successiva gestione della fauna selvatica, soprattutto in termini di geolocalizzazione degli individui e di sensibilizzazione della cultura locale e del turismo verso le popolazioni di orsi, che è diventata un grosso problema.

Il modo in cui viene narrata, anche nella giornata in cui è stata catturata, la vicenda dell’orsa JJ4 espone infatti con sconfortante chiarezza i nostri enormi limiti di comprensione delle dinamiche faunistiche. Davvero, dovunque la si guardi – media, politica, vox populi, social media – ne esce solo un irritante infantilismo figlio almeno in parte e a sua volta della scarsa cultura scientifica e ambientalista del paese.

Tutto questo trasforma da qualche anno un plantigrado selvatico – o di volta in volta la “bestia rara” con cui vengono documentati incontri sempre più frequenti – in un pupazzo buono o cattivo, pacifico o assetato di sangue. Questo è il livello della discussione. Una discussione fatta di “orso assassino”, di “orso killer”, di “orso graziato” alludendo all’ordinanza del Tar di Trento che ne ha per il momento sospeso l’abbattimento anche in caso di cattura, poi avvenuta. E ancora, della “rabbia” che “monta”. Persino la madre del 26enne morto dopo un’aggressione dell’orsa JJ4 in Val di Sole, Andrea Papi, si dice contraria all’abbattimento: “Non mi dà indietro mio figlio” ha ribadito Franca Ghirardini nei giorni scorsi in tv. Aggiungendo che “qualcosa deve cambiare, per tutti, la convivenza è difficile“.

Qualcosa deve cambiare. Parole sacrosante che la politica deve ascoltare: cosa è stato e non è stato fatto in questi anni per ridurre al massimo i rischi derivanti da un importante ripopolamento, sia dal punto di vista del monitoraggio degli orsi anche in chiave di gestione riproduttiva che della sensibilizzazione della popolazione sulle attività e la formazione per rischiare poco o nulla? Molti di questi aspetti li ha messi in fila Selvaggia Lucarelli in due puntate del podcast Il sottosopra, da cui esce un quadro disarmante. Negli anni l’orso come entità astratta e antropomorfizzata si è trasformato a seconda dei momenti in attrazione turistica in stile cartoon o minaccia da nascondere per non rovinare l’attrattività locale, a partire dalla storia di M49 del 2019.

Dovremmo invece chiedere a gran voce, come abbiamo provato a fare con questa analisi, se davvero il progetto Life Ursus sia andato oltre quanto previsto inizialmente, anche in popolazioni solitamente in grado di autoregolarsi, visto che lo denunciava anni fa anche il precedente presidente della Provincia trentina, Ugo Rossi.

Romanzare gli avvenimenti che riguardano gli animali selvatici non aiuta. Abbattere un esemplare, pur legato a un fatto tanto drammatico, non risolve infatti alcunché e dev’essere considerata una scelta estrema e circostanziata in base a valutazioni scientifiche. Questa narrazione fatta di termini, approcci e categorie sballate e sbagliate, applica a un mammifero principi morali e pene esiziali che non hanno davvero alcun senso. Altrimenti quando ci saremo vendicati dell’orsa JJ4 tutto rimarrà esattamente come prima.



[Fonte Wired.it]