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domenica, Apr 30

Orsi, le proposte delle associazioni ambientaliste | Wired Italia



Da Wired.it :

Questo perché perché una mamma orsa che protegge cuccioli, ad esempio, non è pericolosa. Serve poi creare corridoi faunistici che possano contrastare la presenza antropica nei territori dove risiedono gli orsi. E quindi vietare accesso ad alcune zone, senza accortezze precise. È necessario ancora fare informazione e sensibilizzazione alla popolazione locale e a quella turistica: parliamo di un grande predatore e le persone devono essere informate su come approcciarci concretamente qualora lo incontrassimo”. Secondo Piacenza, è necessario anche valutare l’impatto dei cambiamenti climatici sul territorio e magari piantumare meleti o altre piante che in qualche modo compensino una carenza di cibo in cui gli orsi possano essere incorsi. “Infine, vorremmo che fosse istituito un tavolo permanente sulla gestione degli orsi allargato ad Ispra e a scienziati e forestali, oltre che ai politici. E ricordo che secondo la lista rossa dell’Iucn gli orsi sono ancora in pericolo estintivo e se quindi dovessero essere mai spostati bisogna farlo in modo sensato”.

Lav: investire nell’accettazione sociale

Massimo Vitturi, responsabile Lav Animali selvatici, ha dichiarato a proposito dell’invito del ministero di aver “portato al tavolo del Mase numerose proposte concrete che possono essere applicate fin da subito sul territorio provinciale, fra cui quelle che la Provincia avrebbe dovuto realizzare da tempo e che invece ha tenuto in un cassetto, con l’obiettivo di prevenire quanto più possibile gli incidenti fra orsi e cittadini”. In particolare la sua associazione ha chiesto anche “l’attuazione del progetto di comunicazione che ha l’obiettivo generale dichiarato di aumentare l’accettazione sociale nei confronti dell’orso”.

Enpa: no ad uccisioni di massa

L’Ente nazionale protezioni animali (Enpa) ha pubblicato sul proprio sito un post dove riassume le sue richieste. Innanzitutto, no all’uccisione o al trasferimento di massa degli orsi e stop allo smantellamento delle normative nazionali sulla fauna e sulle aree protette. Quello che serve è un inquadramento complessivo della coesistenza tra uomo e orsi attraverso azioni concrete a breve e lungo termine: corridoi faunistici, dispersione delle femmine, controllo delle nascite attraverso la vasectomia degli orsi più grandi, identificazione degli orsi, realizzazione di un grande santuario al posto del Casteller, attuazione di metodi dissuasivi e soprattutto tanta prevenzione e informazione.

Legambiente: sì alla strategia della coesistenza

Siamo contenti della creazione di un tavolo tecnico soprattutto per una ragione: siamo parte del tavolo tecnico della gestione dell’orso marsicano in Abruzzo, dove la composizione non è politica ma tecnica. E i risultati del lavoro di questo tavolo sono stati molto positivi”. Sono le parole di Antonio Nicoletti, Responsabile nazionale aree protette e biodiversità di Legambiente, che a Wired spiega la posizione della sua organizzazione e i punti che porterà al tavolo tecnico del Mase. In generale, anche Legambiente vuole rivedere il Pacobace, aumentare gli investimenti nella gestione di questi grandi carnivori per rendere il territorio più compatibile anche con le loro esigenze e non vuole deportazioni di massa. Ma soprattutto, secondo Nicoletti:

Secondo l’esponente dell’associazione ambientalista, “bisogna considerare anche le altre regioni dell’arco alpino: gli orsi si spostano ma a causa della frammentazione ecologica non ci esistono corridoi ecologici. Bisogna fare attenzione anche alle parole: non esiste un’emergenza orso, dobbiamo parlare di gestione della coesistenza. E il rischio zero comunque non esiste. Al momento la volontà politica è stata di lotta contro l’orso: dobbiamo passare dalla strategia della conflittualità a quella della coesistenza”.

Wwf: no alla caccia di orsi e lupi

Anche il Wwf appoggia l’istituzione del tavole tecnico e si augura in generale un ruolo maggiormente proattivo da parte del Ministero dell’ambiente sulla gestione di questi grandi carnivori. In una nota, l’associazione specifica che “spiace constatare che a livello politico, in Trentino, ci si limiti a gettare benzina sul fuoco, alimentando il conflitto, piuttosto che puntare sull’informazione, che è alla base della convivenza, unica soluzione possibile. Un esempio di questa insensata escalation è lo sconsiderato disegno di Legge presentato in consiglio provinciale lo scorso 18 aprile e che, se approvato, consentirebbe a chiunque fosse in possesso di una licenza di caccia, di sparare a orsi o lupi per i motivi più futili, in violazione di tutte le norme nazionali, europee ed internazionali vigenti. Una proposta più utile ad una campagna elettorale che non alla sicurezza dei cittadini e al futuro degli orsi. Ora, invece, si tratta di dare seguito al confronto avviatosi e rafforzare la volontà delle istituzioni di lavorare per la sicurezza di persone e orsi”.

Leidaa: non distruggere il successo di Life Ursus

Abbattimento e trasferimento di massa degli orsi non sono soluzioni. È un bene che il ministero dell’Ambiente intervenga a gamba tesa. La gestione dei plantigradi dev’essere sottratta alla politica locale e riconsegnata agli esperti con la regia del ministero, che deve dare linee di indirizzo precise, e con un ruolo più incisivo dell’Ispra”. È la posizione della Leidaa, Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, attraverso le parole della presidente Michela Vittoria Brambilla. “Pensare di abbattere o trasferire gli orsi in massa – spiega la parlamentare – sarebbe, oltre che assurdo e impraticabile, la completa negazione del percorso compiuto finora e del successo ottenuto da ‘Life Ursus’ nell’operazione di ripopolamento. Semmai occorre creare le condizioni per la migliore convivenza tra uomo ed orso nel Trentino e la dispersione degli animali in tutto l’Arco alpino come da progetto originario. A questo scopo sono essenziali le creazione di corridoi faunistici, l’identificazione e il monitoraggio degli orsi, sistemi adeguati di controllo delle nascite, rapida introduzione o potenziamento di mezzi dissuasivi e di prevenzione (come l’installazione di cassonetti anti-orso), informazione puntuale e aggiornata alla popolazione e ai turisti”.



[Fonte Wired.it]