Henry Beauchamp (Jeremy Irvine) e Julia Moriston (Hermione Corfield)Sanne Gault
Al suono delle cornamuse – ogni episodio è come stare a un festival celtico – e di accenti scozzesi (vedi sopra), ci si rifà gli occhi grazie a una concentrazione considerevole di fusti lentigginosi in kilt (si, sono tutti dei fighi assurdi) che spesso e volentieri se lo levano per dimenarsi in scene di sesso appassionato. Spesso tali effusioni sono scandite da frasi di incommensurabile poesia, e spesso sono consumate in torri diroccate o sul prato dietro casa. Stoici, gli eroi di Blood of Blood immolano le natiche al gelo e all’umidità, totalmente disinteressati alla prospettiva di venire inceneriti da un fulmine, punti dai cardi o incornati da pecore dispettose. La storia segue, come anticipato, i due inglesi Henry e Julia che, involontariamente separati, vivono destini diversi eppur simili: entrambi finiscono alle dipendenze di due signori locali, ma il primo come stimato consigliere del potente patriarca dei Grant, la seconda come serva di Lovat, signore caduto in disgrazia e sprezzante padre Brian. Quest’ultimo è follemente innamorato di Ellen, rossa ribelle dall’ingenua e sensuale purezza promessa al rampollo Malcolm Grant.
Blood of My Blood è uno show al servizio del fan service che offre intriganti rivelazioni e retroscena di fatti già noti e mostra la versione giovane di diversi personaggi visti nella serie originale. In questo minestrone, in cui nuotano gli ingredienti più stuzzicanti Outlander, ritroviamo le faide tra clan, le rivalità tra scozzesi e inglesi, gli amori contrastati, il romanticismo cieco, le prevaricazioni del classismo, la violenza, le deflorazioni e gli stupri, e poi quegli splendidi paesaggi di cui sopra. Blood of my Blood è il regalo al fedele pubblico della saga romantica che l’anno prossimo sarà costretto a separarsi dai suoi beniamini (Claire e Jaime concluderanno le loro avventure tra finzione e Storia con l’ottava stagione, nel 2026), ma che per fortuna non rimarrà orfano della sua dose di melodrammi celtici. Tornando ai personaggi, tra i villain spicca lo scozzese doc Tony Curran (Lord Lovat di Beaufort), perfettamente a suo agio nei panni del nobile debosciato. Anche lui, come il resto del seppur diginitoso cast, pronuncia stoicamente battute che non di rado sfociano nel ridicolo.