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lunedì, Ott 28

Pagamenti digitali, come funziona il credito di imposta


Per combattere l’evasione fiscale e l’uso del contante il governo giallorosso punta ad incentivare i pagamenti con carte di credito attraverso la garanzia di un credito d’imposta agli esercenti. Ecco come funziona.

Image by Ahmad Ardity from Pixabay

È stato pubblicato in gazzetta ufficiale il decreto fiscale collegato alla legge di bilancio 2020. Tante le misure destinate a combattere l’evasione fiscale, che secondo le stime si aggirerebbe attorno ai 100 miliardi di euro annui. E tra le misure, il governo Conte bis ha deciso di puntare soprattutto sugli incentivi all’aumento dell’uso di carte e metodi di pagamento digitali garantendo a commercianti e attività un credito d’imposta.

Nel dettaglio, gli esercenti e i professionisti che accetteranno pagamenti con carte di credito o debito, potranno beneficiare di un credito di imposta pari al 30% delle commissioni sostenute per ogni singolo pagamento se non hanno registrato ricavi superiori a 400mila euro nell’anno precedente al luglio 2020, data a partire dalla quale verrà calcolato il credito sulle spese sostenute per i pagamenti con Pos.

Si tratta in sostanza di una misura compensativa data agli esercenti che possono vantare un credito nei confronti dell’erario al momento del pagamento delle tasse e, secondo le stime diffuse dalla Ragioneria di Stato e riportate da Il Sole 24Ore, potrebbe riguardare circa 2,1 milioni di partite Iva con un giro d’affari complessivo di 108 miliardi di euro. Se si include poi il milione di soggetti Iva a regime forfettario, con reddito medio di 65mila euro, si arriva a una platea di 3,1 milioni di esercenti che potrebbero usufruire del credito d’imposta.

Una simile misura potrebbe portare all’aumento del 20% delle transazioni tracciabili, con un conseguente aumento del gettito iva pari a quasi 3 miliardi di euro e una diminuzione dei pagamenti in nero.

Inoltre, sempre sul fronte della lotta all’evasione, insieme a questa misura del credito d’imposta, il decreto legge prevede anche una sanzione amministrativa pari a 30 euro più il 4% del valore della transazione nel caso in cui l’esercente decidesse di rifiutare un pagamento con carta di credito o di debito.

Nel complesso, questi stimoli a ridurre l’uso del contante sono anche volti a colmare il divario tra l’Italia e gli altri Paesi europei per quanto riguarda i pagamenti con carte o bancomat, che da noi restano fermi al 26% contro la media europea del 53,50%.

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