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mercoledì, Set 04

Pagare con il riconoscimento facciale, in Cina


Basta associare la propria immagine al conto corrente, et voilà. Gli esperti però avvertono che ci sono potenziali problemi di privacy e sicurezza, ammonendo ai rischi della sorveglianza di massa

(foto: Ian Waldie/Getty Images) 

Acquistare un prodotto guardando l’obiettivo di una telecamera? Perché no: il Guardian scrive che in Cina il riconoscimento facciale sta diventando una modalità di pagamento molto comune. Ai venditori piace perché smaltisce la fila, mentre i clienti lo gradiscono perché così non devono più portarsi dietro il portafogli, tirare fuori lo smartphone o digitare il proprio pin temendo che qualche sconosciuto lo scopra. Con questa modalità basta associare la propria immagine a un conto corrente, e il gioco è fatto.

Dai primi esperimenti a oggi

La prima realtà a sperimentare questo sistema è stata la famosa catena di fast food Kfc, a Hangzhou, nel 2017, con un dispositivo frutto di una collaborazione con Alipay, la piattaforma di pagamento di Alibaba. Chi voleva acquistare il pollo fritto, al quale Kfc deve la sua fama, doveva guardare in camera e inserire il suo numero di telefono.

Oggi questo non è più necessario: i dispositivi di Alipay si sono diffusi in tutta la Cina, anche per via degli incentivi che la piattaforma ha offerto ai venditori e ai premi che ha destinato alle persone che hanno deciso di utilizzare questa tecnologia.

Il Guardian scrive che ultimamente il braccio finanziario di Alibaba ha lanciato una nuova versione del suo sistema Smile to pay che è grande poco più di un iPad e ha promesso di inserire a breve addirittura utilissimi filtri bellezza (il nuovo impegno è stato annunciato dopo che un sondaggio di Sina Technology ha rivelato che il 60% dei partecipanti aveva detto che il riconoscimento facciale li faceva sentire brutti).

Alipay non è l’unico player in questo settore. Ci sono anche Tencent, – la società proprietaria di WeChat, il corrispondente cinese di WhatsApp – che ha lanciato Pro Frog, il suo sistema di pagamento con riconoscimento facciale, e una miriade di startup che stanno cercando di farsi spazio in un settore che sembra destinato a crescere.

Oggi, infatti, questi dispositivi non si trovano più solo nei negozi, ma anche nei ristoranti e nelle stazioni della metro. Lo scorso marzo, quella di Futian, a Shenzhen, ha iniziato a sperimentare un sistema di riconoscimento facciale che permette alle persone di passare i tornelli senza tirare fuori l’abbonamento. Per utilizzarlo, anche in questo caso i pendolari dovevano collegare la loro card al conto bancario e inserire i propri dati biometrici.

I problemi di privacy e sicurezza

Il riconoscimento facciale è senza dubbio una modalità di pagamento molto agevole, ma presenta alcuni problemi, anche potenzialmente molto seri. “C’è un rischio molto grande che lo stato utilizzi questi dati per sorvegliare, monitorare e tenere traccia dei dissenti politici e per profilare le persone in base all’etnia come nel caso degli Uiguri [un’etnia di religione musulmana] nella regione dello Xinjiang”, avverte Adam Ni, un ricercatore della Macquaire University di Sidney interpellato sempre dal Guardian.

C’è poi una questione di privacy, poiché non si sa se i dati biometrici vengano memorizzati dai negozi (e, se sì, per quanto tempo).

Il Wall Street Journal scrive anche di alcune difficoltà tecniche e inconvenienti legati all’altezza alla quale sono posizionati questi sistemi – che, a volte, impedisce alla persone di guardare in camera e portare a termine il pagamento.

 

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