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mercoledì, Feb 02

Pam And Tommy, la storia del sex tape racconta da dove nascono le ossessioni di oggi



Da Wired.it :

Se è vero che viviamo in piena nostalgia degli anni Novanta, poche serie catturano questo spirito dell’edonismo passato come Pam And Tommy. La miniserie disponibile dal 2 febbraio su Disney+ (con buona pace di quelli che ancora non accettano che sulla piattaforma a marchio Disney possano esserci contenuti per adulti piuttosto espliciti: c’è pure un pene che parla…) dice già tutto nel titolo: gli otto episodi raccontano la vicenda travagliata ed eccezionale sotto ogni aspetto del sex tape di cui furono protagonisti nel 1995 la prorompente pin-up Pamela Anderson e il divo del rock Tommy Lee. A interpretarli Lily James e Sebastian Stan, in due performance potenti immerse in un contesto che è al contempo drammatico e stravagante, emozionante e feroce, sempre sospeso tra il disagio e l’intrattenimento più strabiliante.

Tutto parte da una storia verissima, quando il carpentiere fallito Rand Gautier (Seth Rogen, che ha ideato la serie assieme a Ethan Goldberg), cacciato malamente da Lee, decide di vendicarsi rubandogli la cassaforte: quello che non può sapere, però, è che lì dentro è custodita anche una preziosissima videocassetta contenente gli incontri intimi della coppia di star. Scoperto il contenuto, decide di mettersi in affari con un produttore pornografico (Nick Offerman) e di mettere in vendita il sex tape sfruttando un alleato insospettabile per i tempi: internet. Nessuno sembra capire all’epoca come funziona e Gautier ne approfitta facendo circolare il video e guadagnando una fortuna, prima di scoprire però che il suo affare ha le gambe d’argilla. Man mano che procedono gli episodi, è lampante come l’uomo debba accettare il fatto di non poter cambiare il suo ineluttabile destino di fallito.

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La serie, i cui primi episodi sono diretti dal Craig Gillespie di Io, Tonya e Cruella, funziona come le montagne russe, montando in modo non lineare la vicenda e soprattutto mostrandocela da più punti di vista. È soprattutto la storia intima e personalissima di Anderson ad accentrare l’attenzione, soprattutto grazie a Lily James, che si trasforma in modo fisicamente impressionante nella procace bionda sexy ma soprattutto che permette al suo personaggio di modulare non solo l’ingenuità sensuale di solito attribuitale dai media ma anche una profondità drammatica decisamente inedita. Vediamo l’attrice mentre lotta per essere rispettata dagli sceneggiatori di Baywatch, mentre subisce un indicibile dolore personale, soprattutto mentre deve subire lo scotto più grande della pubblicazione del video erotico: come cerca di spiegare al compagno Tommy Lee (un Stan convincente seppur sempre sopra le righe), è lei che paga le conseguenze più grandi dello scandalo. È chiaro che la serie tenta di ridare giustizia alla donna, anche se forse l’obiettivo non è centrato fino in fondo.

Ci sono momenti piuttosto spassosi in Pam And Tommy, in particolare quando si racconta il nascere improvviso, tumultuoso ed eroticamente caricato del matrimonio tra i due protagonisti; la colonna sonora, poi, è un distillato di musica nineties che non può che rievocare un’epoca spensieratissima quanto contraddittoria. La visione della serie, però, non può dissociarsi da pensieri più profondi, che in qualche modo scavano in temi ancora attualissimi: il trattamento del corpo della donna, per esempio, che quando è modellato su misura per lo sguardo maschile non può essere accompagnato da cervello o sentimenti, può essere solo carne da industria dello spettacolo; la morbosa attrazione nei confronti delle celebrità, inseguite nei meandri dei loro drammi più privati; e infine il nostro rapporto col sesso: il sex tape di Anderson è il “video su cui tutti gli uomini del mondo vorranno masturbarsi” e questo, oggi come ieri, ci dice tanto di un immaginario pornografico ormai inscindibile dal nostro sguardo generale sulla realtà, tanto spinto da giustificare il revenge porn.



[Fonte Wired.it]