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sabato, Ago 29

Paola Pisano: digitale come materia scolastica

Da Punto-Informatico.it :

Caro direttore, con la pandemia del Covid 19 l’Italia ha perso le vite di oltre 35 mila persone e attraversa una fase nella quale sono in molti a soffrire le conseguenze del virus, dirette e indirette. Abbiamo il dovere di far sì che questa pagina dolorosa della nostra storia sia seguita da altre di diverso segno. Per riuscirci è indispensabile rendere diffusa una consapevolezza: occorre un esteso sforzo comune affinché la prova alla quale è sottoposta la nostra società sia anche la premessa di cambiamenti che pongano rimedio a nostre debolezze“: con queste parole la ministra per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione, Paola Pisano, ha introdotto una lettera a Repubblica nella quale esprime un concetto forte e chiaro: le competenze digitali debbono passare anche e soprattutto per la scuola.

I dati bocciano inesorabilmente gli italiani: le competenze in termini di alfabetizzazione digitale sono estremamente basse, il che ci colloca a pieno titolo tra gli analfabeti digitali d’Europa. Ciò significa perdere opportunità importantissime, perché non basta certo saper usare uno smartphone per poter comprendere realmente come funzioni la Rete, quali siano i suoi meccanismi, quali le sue regole autentiche, quali le opportunità che offre al di là dei social network.

La ministra vuole leggere questa situazione in controluce, analizzandola nella prospettiva dei miliardi di euro che arriveranno con il Recovery Fund  e che, se spalmati su di un contesto privo di competenze, rischiano di non sfruttare al meglio le leve di investimento immaginate.

Digitale come materia di studio

La competenza è importante, quindi, e la scuola ha il dovere di assumersene le responsabilità: formare le generazioni di domani agli strumenti della vita quotidiana come la letteratura, la matematica e le scienze, del resto, è compito di chi ha un ruolo pedagogico. Insomma: la proposta del ministero per l’Innovazione è che tale ambito possa diventare materia di studio, nella forma e nelle modalità che la ministra Azzolina riterrà opportuno. Spiega Paola Pisano:

Ho quindi proposto alla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina di inserire nei programmi didattici di tutte le scuole una nuova materia. È in corso su questo una riflessione comune della quale la ringrazio. Lascerei al confronto tra autorità ed esperti scegliere se l’insegnamento andrà chiamato scienza dell’innovazione tecnologica o con il nome o i nomi più adatti a seconda dei cicli scolastici. A contare è che questa disciplina permetta ai nostri ragazzi di disporre, in maniera sistematica, di competenze digitali utili sia per il lavoro sia nella vita quotidiana. Per bambini e adolescenti lo studio dovrebbe riguardare, oltre alle opportunità, le insidie della Rete e il rispetto della dignità altrui sul web.

La proposta è sul piatto e con ogni probabilità la lettera non è stata firmata prima di una necessaria convergenza con la ministra per l’Istruzione. Sul piatto non c’è dunque solo la proposta, ma probabilmente un vero e proprio progetto. Un progetto non banale, peraltro, soprattutto nel contesto di un corpo docenti che manifesta in termini di digitalizzazione evidenti lacune.

Se ne parlerà, probabilmente in vista dell’anno scolastico 2021/22: “Ne ricaverebbero vantaggi l’intera società e la competitività delle aziende italiane. Innalzare le competenze tecnologiche dei cittadini è fondamentale per il benessere dell’Italia negli anni a venire. Rafforziamole. Da adesso“.





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