Bergoglio ha deciso di abolire il “segreto pontificio” sui casi di abusi sessuali commessi da chierici sui minori. Ha anche disposto che il il reato di pedopornografia sussista fino a che le vittime riprese hanno 18 anni (e non 14 com’era fino ad ora)
Papa Francesco ha preso due decisioni storiche: l’abolizione del segreto pontificio nei casi di violenza sessuale e di abuso sui minori da parte dei chierici e l’estensione del delitto di pedopornografia al limite di età di 18 anni, e non più 14 come attualmente fissato. Entrambi i provvedimenti si fondano su una maggiore trasparenza, sulla scia del summit sulla protezione dei minori che il pontefice ha convocato lo scorso febbraio.
Il primo documento – riscritto, come riporta Vatican News, a firma del cardinale segretario di stato Pietro Parolin – stabilisce che il Pontefice, lo scorso 4 dicembre, ha disposto di abolire il segreto pontificio, ovvero un ordine di segretezza che viene imposto a tutte le persone coinvolte in certi processi del Vaticano, sulle denunce, i processi e le decisioni riguardanti i delitti citati nel primo articolo del motu proprio Vos estis lux mundi. Nello specifico i casi sono i seguenti: violenza e atti sessuali compiuti sotto minaccia o abuso di autorità, abuso sui minori e su persone vulnerabili, pedopornografia, mancata denuncia e copertura degli abusatori da parte dei vescovi e dei superiori generali degli istituti religiosi. Di fatto, senza questo divieto i processi saranno più trasparenti.
Il secondo documento, invece, riguarda l’estensione del reato di detenzione e diffusione di immagini pornografiche, che esisteva già ma non era considerato uno dei reati più gravi – non si trovava cioè fra i delicta graviora – e soprattutto riguardava solo i minori compresi entro i 14 anni d’età. Qui si stabilisce infatti che ricada tra i delitti più gravi riservati al giudizio della Congregazione per la dottrina della fede “l’acquisizione o la detenzione o la divulgazione, a fine di libidine, di immagini pornografiche di minori di diciotto anni da parte di un chierico, in qualunque modo e con qualunque strumento”. Il limite viene quindi esteso e il reato aggravato.
Cosa è stato fatto finora
Non è passato neanche un anno dal summit sugli abusi convocato per la prima volta dal Papa in Vaticano, dove furono le stesse vittime a dire la propria. Da allora il Vaticano aveva iniziato a rafforzare le misure per arginare la piaga della pedofilia. A marzo vi davamo conto di una prima legge che introduceva l’obbligo di denuncia penale, imposto a tutti i pubblici ufficiali che vengano a conoscenza di presunti abusi e il licenziamento dei colpevoli. Dopo questi primi passi della riforma in tema di pedofilia, a maggio, tramite una legge della Chiesa cattolica, Papa Francesco ha imposto a tutte le religiose e ai religiosi, di qualsiasi ordine, di denunciare gli abusi segnalandoli alle autorità ecclesiastiche.
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