Laura Boldrini: “Più passano i giorni e più la vicenda assume contorni inquietanti”
“La vicenda di Paragon assume contorni sempre più inquietanti man mano che passano i giorni”, spiega l’ex presidente della Camera e deputata del Partito democratico, Laura Boldrini a Wired. “E tutto questo – aggiunge – mentre il governo si limita a dare informazioni fumose e contraddittorie. Adesso emerge che tra gli spiati c’è anche don Mattia Ferrari, cappellano di Mediterranea. Come se già non fosse abbastanza grave che vengano spiati giornalisti e attivisti, adesso anche un giovane prete. Il filo rosso che collega tutte queste persone, almeno quelle di cui abbiamo notizia, è che danno fastidio al governo. Cancellato, il direttore di Fanpage, per le sue inchieste sulla galassia nera che circonda e pervade il partito della premier, Luca Casarini, Beppe Caccia e don Ferrari perché si occupano di migranti e, soprattutto, di soccorrerli in mare. Capisce cosa intendo quando dico che è inquietante?”.
Il governo tace e non risponde alle interrogazioni parlamentari
Dalle parti del governo le bocche restano cucite: nei giorni scorsi il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ha comunicato ai deputati che avevano presentato delle interrogazioni che nessun membro dell’esecutivo avrebbe risposto in aula, aumentando il sospetto sempre più diffuso nel Palazzo che vi sia un coinvolgimento diretto o indiretto dei servizi segreti nella vicenda. “Il governo – continua Laura Boldrini – è stato ed è imbarazzante, a dir poco: prima si negano, poi dicono di aver messo il segreto di Stato, dopo ancora viene Nordio a dire che la polizia penitenziaria non ha usato lo spyware. Intanto emergono altri nomi di persone spiate. Sembra una storia scritta da Orwell. Peccato che sia reale e che siamo davanti a gravi violazioni della privacy, delle libertà e dei diritti delle persone”.
“Giorgia Meloni non può continuare a far finta di niente”
Esiste anche la possibilità, come ha spiegato il leader di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, su queste pagine, che siano state spiate anche telefonate e conversazioni di politici entrati in contatto con le persone coinvolte. “Non possiamo accettare che questa storia passi così – conclude l’ex presidente della Camera – senza spiegazioni, senza chiarimenti e con il rischio che continuino ad essere spiati giornalisti, attivisti, rappresentanti della società civile. Cose del genere succedono nei sistemi autoritari, non nelle democrazie. Sono metodi intimidatori: cosa dobbiamo pensare? Che chiunque faccia attività di segno diverso dalla linea del governo deve temere di essere spiato? E, tra l’altro, qual è lo scopo di questo spionaggio? Che fine fanno le informazioni rilevate? Proprio il governo che vuole tagliare le intercettazioni che la magistratura fa con tutte le regole del caso, è reticente a dare spiegazioni davanti a cittadini spiati non si sa bene da chi e perché? Lo ripeto, è inquietante. Se Paragon ha affermato che questo software viene venduto solo ai governi e a determinate condizioni, Meloni non può continuare a fare finta di niente. Perché o lei non controlla più nulla, o sa e allora deve riferire in parlamento. Il silenzio non è un’opzione”.




