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sabato, Apr 01

Parigi, il referendum per vietare i monopattini | Wired Italia



Da Wired.it :

Le aziende produttrici fanno sapere che stanno investendo nella sicurezza. Lime sta lavorando a una tecnologia per il rilevamento dei marciapiedi, mentre Dott ritiene che spetti alla polizia far rispettare meglio le regole esistenti. Erwann Le Page, direttore delle politiche pubbliche dell’azienda per l’Europa occidentale, dichiara che Tier limita la velocità dei suoi monopattini a 15 chilometri all’ora per le prime 15 corse.

Le rimostranze di Dupas sono però condivise dai pedoni di tutta Europa. Ma nel mio caso, mentre mi sposto per Parigi, il richiamo del marciapiede è forte. Rimanere alla larga dal traffico mi fa sentire più sicuro. Sulle strette strade parigine, il mio monopattino si mescola a un enorme assortimento di auto, biciclette, autobus, furgoni e motorini. Mi sento esposto. Mentre gli automobilisti sono protetti da telai metallici, l’unica cosa che mi separa dal traffico è una specie di trampolo motorizzato. Quando arrivo a una strada a tre corsie, scendo e mi metto a camminare. Voglio arrivare vivo a destinazione.

Esito scritto?

I sostenitori dei monopattini sostengono che il modo in cui è stato organizzato il referendum li penalizzi. Durante il mio soggiorno a Parigi, ho visto un solo manifesto che pubblicizzava il voto. Nonostante un sondaggio di Ipsos commissionato da Tier, Lime e Dottabbia abbia rilevato che il 70 per cento dei parigini vuole mantenere i monopattini in città, i loro difensori sono preoccupati per l’affluenza alle urne: “Ci sono molte più persone che non usano i monopattini rispetto a quelle che li usano, quindi è probabile che il voto contro sia in maggioranza“, dice Stéphane Kaminka, una produttrice di 56 anni che ha intenzione di votare a favore.

Per le aziende produttrici, poi, i seggi allestiti per il referendum saranno troppo pochi: “Ci sarà un solo seggio nel quindicesimo arrondissement, che è grande quanto Bordeaux“, sottolinea Nicolas Gorse, responsabile tecnologico della franco-olandese Dott. Come se non bastasse, il referendum si terrà lo stesso giorno della maratona di Parigi.

Secondo Gorse i monopattini elettrici possono aiutare Parigi a costruire un sistema di trasporti in cui le persone abbiano la libertà di scegliere tra diverse alternative alle auto: “Non siamo olandesi“, spiega Gorse, alludendo al fatto che i Paesi Bassi hanno legato la loro transizione ecologica quasi esclusivamente agli spostamenti in bicicletta. In Francia, l’intersezione tra utenti di monopattini e ciclisti è limitata, aggiunge, citando una ricerca secondo cui solo il 12 per cento delle persone che usano il monopattino opterebbe per una bici nel caso in cui il primo non fosse disponibile. “Dobbiamo rispettare il fatto che in alcuni casi le persone preferiscono stare in piedi su un monopattino rispetto a stare seduti su una bicicletta”, dice.

Se dovessi scegliere, probabilmente mi descriverei come un tipo da bicicletta. Ma manovrando il mio monopattino lungo la leggendaria Rue de Rivoli di Parigi, ho capito il fascino del mezzo. Durante la pandemia, la strada è stata trasformata: dove prima sorgeva un’arteria molto trafficata ora ci sono piste ciclabili riservate. Senza la preoccupazione delle auto, i monopattini diventano un’esperienza completamente diversa. La mia presa sul manubrio inizia ad allentarsi. È in questo momento che mi rendo conto che il problema non sono i monopattini, ma tutto il resto. È la loro coesistenza con le automobili a mettere in pericolo gli utenti e a spingerli sul marciapiede, dove minacciano i pedoni.

Come molte altre città europee, Parigi si trova in una fase di transizione. La sindaca Hidalgo sta portando avanti una campagna per ridurre il numero di auto nelle strade della città. La mia impressione però è che un divieto di circolazione per i monopattini sarebbe in antitesi con questa missione: rappresenterebbe una vittoria dell’automobile.

Questo articolo è comparso originariamente su Wired UK.



[Fonte Wired.it]