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Parole dell’anno 2025: da parasocial a 6‑7 e vibe coding, ecco cosa significano

by | Nov 18, 2025 | Tecnologia


Cambridge ha scelto questa parola perché rappresenta la fragilità emotiva di un’epoca in cui la tecnologia, pur colmando i vuoti, rischia anche di amplificarli. Mai come ora ci ritroviamo circondati da presenze costanti, ma spesso prive della reciprocità che definisce un rapporto umano autentico.

6-7: un numero che diventa linguaggio

Un “termine ambiguo e largamente insensato. Così Dictionary.com – il più grande dizionario online degli Stati Uniti, molto attento a monitorare lo slang e i fenomeni di Internet – ha definito “6-7”, eletta come loro “parola” dell’anno.

Una decisione spiazzante, data la spiegazione, in cui però il termine parla perfettamente la lingua della Generazione Alpha e dei tormentoni social, perlomeno quelli americani. La sua storia affonda in un brano rap, Doot Doot (6 7), pubblicata a febbraio dal rapper Skrilla: una traccia dove il ritornello ripete il numero. Il salto dal microfono alla cultura di massa è avvenuto via social, soprattutto su TikTok America, dove il termine ha iniziato a diffondersi insieme a un gesto delle mani: palmi rivolti verso l’alto spinti avanti e indietro. L’intenzione sembra quella di far intendere “mah”, “boh”, “così così”, o forse nulla di tutto ciò.

Il meme ha trovato un secondo propellente quando alcuni video di fan hanno associato il numero all’altezza del giocatore Nba LaMelo Ball, alto “sei piedi e sette pollici” – poco più di due metri. Il risultato è stato un’ondata di contenuti in cui “six-seven” veniva usato come risposta universale, un modo di reagire all’assurdo, di ridere del nulla, di comunicare appartenenza generazionale.

Il punto, in tutto ciò, è che 6-7 non significa davvero qualcosa. Anzi, è proprio la sua mancanza di significato a renderlo perfetto per un’Internet dove ciò che conta non è tanto il messaggio, quanto la vibe culturale che produce.

A rendere questa parole efficace, forse, è proprio il fato che sia senza senso. Una capsula di cultura digitale che esiste perché condivisa, non perché spiegabile. In alte parole, 6-7 racconta la leggerezza ironica con cui la Generazione Alpha affronta un mondo complesso: se la realtà è difficile da decifrare, la risposta può essere un numero privo di logica.

Vibe coding: programmare senza programmare

Il Collins Dictionary ha invece puntato sulle trasformazioni più profonde del mondo digitale, scegliendo vibe coding come espressione dell’anno. Il termine, reso popolare dal ricercatore Andrej Karpathy, indica un modo nuovo di creare software: non scrivendo il codice riga per riga, ma collaborando con un’intelligenza artificiale che genera, corregge e perfeziona il codice su richiesta del’utente.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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