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martedì, Feb 22

Pecora Dolly, 25 anni fa veniva annunciata al mondo la clonazione



Da Wired.it :

Il 22 febbraio 1997, 25 anni fa l’annuncio della nascita di una pecora scuoteva il mondo scientifico e non: nel luglio del 1996, sotto gli occhi vigili degli scienziati del Roslin Institute di Edimburgo, era venuta alla luce Dolly, il primo mammifero clonato. Un successo che aprì la strada anche a ricerche “da Nobel”.

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Come nasce Dolly

Dolly è frutto di un esperimento di clonazione per trasferimento nucleare di cellule somatiche, una tecnica in cui una cellula uovo viene privata del proprio nucleo originale che viene sostituito con quello di una cellula adulta proveniente da un altro animale allo scopo di generare un nuovo esemplare con lo stesso patrimonio genetico. Nel caso di Dolly, i ricercatori scozzesi hanno prelevato una cellula uovo di una pecora di razza Scottish Blackface, l’hanno privata del proprio nucleo e lo hanno sostituito con quello di una cellula adulta di tessuto mammario di una pecora di razza Finn Dorset. 

Detta così può sembrare semplice, ma non lo è affatto. Non basta trasferire il nucleo di una cellula in una cellula uovo perché cominci a svilupparsi un embrione. Se è vero che tutte le cellule di un organismo hanno lo stesso materiale genetico (contengono cioè le informazioni per diventare e fare tutto), è anche vero che ci sono profonde differenze tra il nucleo di una cellula embrionale e quello di una adulta. Una cellula embrionale non ha ancora un’identità definita, mentre una cellula adulta è già specializzata e segue solo le istruzioni del dna che le competono per svolgere la sua funzione. Insomma, perché sia possibile generare un intero nuovo organismo il nucleo adulto impiantato nella cellula uovo va riprogrammato, va fatto regredire allo stato embrionale.

C’erano già stati dei tentativi e dei successi di clonazione con questa metodologia prima di Dolly, ma gli animali clonati erano insetti o anfibi, esseri cioè con uno sviluppo embrionale “più semplice” e esterno. Un altro punto critico per la clonazione di mammiferi, infatti, è che a un certo stadio di sviluppo (chiamato blastocisti) è necessario trasferire l’embrione nell’utero di una madre surrogata e attendere che la gravidanza vada a buon fine, che nasca un individuo sano.





[Fonte Wired.it]