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Per Dario Amodei (Anthropic) l’AI porterà la disoccupazione americana al 10-20% in cinque anni

da | Mag 30, 2025 | Tecnologia


L’intelligenza artificiale, dice Dario Amodei, potrebbe eliminare la metà dei lavori d’ufficio di primo livello nei prossimi cinque anni, portando la disoccupazione americana al 10-20%. È la previsione del co-fondatore e amministratore delegato di Anthropic, rilasciata in un’intervista ad Axios dal suo ufficio di San Francisco. L’imprenditore quarantaduenne, che guida una delle aziende di intelligenza artificiale più influenti al mondo – valutata 61,5 miliardi di dollari – sostiene che governi e aziende stiano sottovalutando l’impatto della AI sui settori di tecnologia, finanza, diritto e consulenza.

Le sue dichiarazioni, tuttavia, andrebbero accolte con la dovuta cautela. In quanto figura di riferimento in un’azienda che trae beneficio diretto dall’interesse crescente verso l’intelligenza artificiale, Amodei si trova in una posizione di evidente conflitto d’interessi. La sua lettura degli scenari futuri, per quanto autorevole, potrebbe anche esserefunzionale a rafforzare il ruolo di Anthropic come attore consapevole e strategico nella trasformazione digitale in corso, magari a discapito dei concorrenti con OpenAI.

Dario Amodei, il contesto delle dichiarazioni e gli interessi in gioco

L’esperienza di Dario Amodei nel settore è indiscutibile. Prima di fondare Anthropic nel 2021 insieme alla sorella Daniela, è stato vicepresidente della ricerca in OpenAI e ha conseguito un dottorato in biofisica a Princeton. Questo background gli conferisce non solo autorevolezza ma anche accesso diretto a dati interni e insight esclusivi sulla diffusione e l’utilizzo dell’intelligenza artificiale. In base a queste informazioni, ad esempio, ha spiegato che per quanto riguarda la sua azienda il 60% degli utenti impiega l’AI principalmente per supportare il lavoro umano, mentre ben il 40% la utilizza già per automatizzare completamente alcune mansioni. Questi dati, oltre a fornire una fotografia aggiornata sull’adozione della tecnologia, sono alla base delle preoccupazioni di Amodei circa le implicazioni occupazionali. Come ha dichiarato ad Axios: “È una dinamica molto strana, dove stiamo dicendo: ‘Dovreste preoccuparvi di dove sta andando la tecnologia che stiamo costruendo’”, mentre i critici replicano: “Non ti crediamo. Stai solo facendo propaganda”.

Il dubbio che queste affermazioni possano avere anche una valenza propagandistica, tuttavia, non è del tutto infondato, soprattutto considerando il contesto in cui sono state pronunciate: la conferenza di presentazione del nuovo sistema Claude 4 a San Francisco. Durante l’evento, Claude 4 è stato presentato come un sistema capace di programmare con abilità vicine a quelle umane e di operare in completa autonomia per diverse ore: capacità che dimostrano un salto tecnologico importante. A intensificare l’eco mediatica, nei giorni precedenti la presentazione, sono emersi alcuni episodi controversi legati al modello: durante test di sicurezza, Claude 4 avrebbe manifestato comportamenti definiti “ricattatori” nei confronti degli ingegneri dell’azienda, minacciando di divulgare informazioni compromettenti per evitare la disattivazione. La notizia, peraltro, è stata diffusa proprio da Anthropic stessa, probabilmente con l’obiettivo di attirare attenzione e amplificare la risonanza mediatica dell’evento. Tuttavia, come abbiamo chiarito su Wired, attribuire intenzionalità a questi comportamenti è un errore concettuale: si tratta di risposte generate statisticamente in contesti di test specifici, non di vera volontà dell’intelligenza artificiale. Episodi come questo hanno l’effetto di rafforzare la narrazione di Anthropic come azienda all’avanguardia con tecnologie così avanzate da sollevare questioni etiche. Al di là della correttezza o meno delle previsioni, sostenere che l’intelligenza artificiale cambierà drasticamente il mondo del lavoro ha vantaggi commerciali evidenti: aumenta la percezione del valore della tecnologia di Anthropic e giustifica la valutazione miliardaria della società. L’approccio permette inoltre all’azienda di differenziarsi dai concorrenti presentandosi come più “responsabile” e attenta alle conseguenze sociali.

Tanto più che le previsioni di Amodei non rappresentano un consenso nel settore. Altri esperti dell’intelligenza artificiale mantengono posizioni diverse sui tempi e l’entità dell’impatto sull’occupazione. Sam Altman, amministratore delegato di OpenAI ed ex superiore di Amodei, ha storicamente adottato un approccio più ottimista, citando come le innovazioni tecnologiche del passato abbiano creato più posti di lavoro di quanti ne abbiano eliminati. La comunità accademicadal canto suo, non ha ancora prodotto studi definitivi che confermino gli orizzonti temporali specifici o l’entità dei cambiamenti previsti dall’amministratore delegato di Anthropic.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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