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Perché Bancomat scommette su una stablecoin in euro

by | Ott 30, 2025 | Tecnologia


In questo scenario di consapevolezze andrebbe a inserirsi l’iniziativa Eur-Bank, uno strumento per banche e cittadini “che consente di accedere in modo sicuro ed efficiente al mondo dei digital assets regolamentati, come ad esempio i titoli di Stato”. Un discorso, quello su una stablecoin di sistema che non andrebbe in collisione con quello dell’euro digitale, quest’ultimo “quando e se” in futuro “potrà viaggiare sulla nostra infrastruttura e sul nostro ecosistema”, ha affermato Burlando.

Scommettendo quindi sull’iniziativa di sistema, Bancomat vuole porsi dichiaratamente nel ruolo di facilitatore, enabler (a distribuirla sarebbero le banche). Come spiegato dal manager alla stampa in un incontro a Milano, “abbiamo raccolto adesioni entusiaste da parte delle banche, quindi abbiamo un interesse molto importante, abbiamo anche una formale delega a essere gli attori che accompagnano il sistema bancario in questo percorso. Stiamo andando attraverso le necessarie verifiche e autorizzazioni di Banca d’Italia. Abbiamo iniziato la conversazione, ci stanno supportando, però ovviamente abbiamo bisogno di un’approvazione formale. Prevediamo che ci possa essere un lancio nel corso del 2026. Potremmo essere i primi, potremmo definire uno standard”.

Alla domanda di Wired sull’eventuale interesse di altri soggetti dell’alleanza EuroPA (European Payments Alliance) a questo argomento (l’azienda la rappresenta assieme a Bizum, MB Way e Vipps Mobile Pay) Burlando risponde che è stato raccolto un interesse solo verbale e non ci sono iniziative concrete, lato loro, in questo senso. Ma spiega anche quale sarebbe la differenza che consentirebbe a un soggetto come Bancomat di trainare questo tipo di iniziativa: “Spesso gli altri schemi domestici hanno una governance un po’ più complicata della nostra. Noi abbiamo la fortuna adesso di avere una governance più snella. Quindi, spesso, riusciamo a guidare su alcune cose e loro sono ben contenti di partecipare. Partiremmo noi, ma già dall’inizio condividendo gli standard che poi potrebbero essere replicati dai vari altri schemi domestici e quindi creare una vera e propria moneta. Per questo la chiamiamo, nella nostra iniziale nomenclatura, EUR-Bank. A sottolineare che è la zona euro, è la moneta euro, è un’iniziativa delle banche. Poi se nasce in Italia sarà la Eurobank italiana”.

Una “stablecoin di fiducia”, un sentimento, quest’ultimo, che dovrebbe generarsi anche in virtù del ruolo strategico giocato da un circuito di pagamento domestico come Bancomat. Alla domanda se oltre alla frammentazione, un modello europeo potrebbe rivelarsi un po’ contenitivo in chiave di innovazione pura, proprio perché più regolamentato, il manager risponde a Wired: “Credo che in questo caso quello europeo possa essere un giusto bilanciamenti, perché a differenza di altri settori, quello dello scambio denaro ancora necessita di regolamentazione. Io avrei paura di utilizzare ogni giorno una moneta che non ha sottostante un governo”.

Impegni pan-europei

Se questo strumento, per banche e cittadini, è ancora ipotesi, più vicine sono invece altre dinamiche che sempre si vanno a inserire in una logica di rafforzamento dell’autonomia europea nei pagamenti. Lo scorso giugno, infatti, EuroPA ed EPI Company avevano annunciato lo start di una cooperazione finalizzata allo sviluppo di soluzioni per andare incontro alle esigenze dei cittadini europei, consumatori o merchant, in materia di transazioni transfrontaliere attraverso i soli circuiti domestici.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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