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sabato, Gen 22

Perché dovete leggere quel miracolo letterario di nome Scerbanenco



Da Wired.it :

È difficile e semplice parlare di Giorgio Scerbanenco. Difficile perché la sua bibliografia è sterminata. In parte, ordine su questo materiale caotico, sta facendo La nave di Teseo, che ha in corso di pubblicazione tutta la sua opera, tra cui i primi titoli della serie Arthur Jelling, il timido archivista della polizia di Chicago impegnato a risolvere casi di omicidi. È semplice parlare di Scerbanenco perché si tratta di uno di quegli autori puri, il cui istinto sicuro a narrare ha l’esito obbligato di trasformare in fiction il proprio presente. E Scerbanenco ha fatto appunto questo: ha raccontato l’Italia dei suoi anni. Lo ha fatto con una prosa diretta ma non priva di fascino. Leggetelo e rimarrete avvinti dal flusso spontaneo delle sue parole, dai dialoghi velocissimi, da questo autore che possiamo considerare il precursore di quel genere cinematografico poliziottesco che vede nella resa su schermo di alcuni dei suoi racconti noir più belli un proprio classico: Milano calibro nove.

Prima di parlare dello Scerbanenco scrittore, due parole sull’uomo. Volodymyr-Džordžo Ščerbanenko nasce a Kiev nel 1911 da padre ucraino e madre italiana e si trasferisce in Italia a sei anni, prima a Roma poi a Milano. Nonostante non abbia terminato  le elementari la scrittura è da subito una grande passione che trasforma in lavoro dopo aver svolto vari mestieri tra cui operaio alla Borletti, magazziniere e conducente di ambulanze. Come giornalista si afferma nel circuito dei periodici femminili per i quali è direttore e tiene la posta del cuore. Scerbanenco scrive di tutto: werstern e gialli ambientati a Chicago senza esserci mai stato (così come Salgari scrive dei pirati dell’India pur avendo alle spalle un solo viaggio per nave in Adriatico), romanzi rosa, qualche titolo di fantascienza. Ma è con i gialli, più genericamente la crime novel, genere che occupa l’ultima parte della sua vita, che si afferma. La consacrazione arriva nel 1968, un anno prima della morte per attacco cardiaco, con l’assegnazione del prestigioso Grand prix de littérature policière per il romanzo Traditori di tutti. I francesi lo definiscono “il Simenon italiano“.

Il paragone è giusto: come l’autore belga, anche il nostro può essere considerato un atlante non solo temporale,  geografico. Se Simenon ripercorre la Parigi della prima metà del Novecento (ma nella sua contraddittoria biografia, il commissario Maigret resterà in servizio fino agli anni Settanta), i personaggi di Scerbanenco popolano l’Italia del boom economico, più quella settentrionale che del Centro e del Sud, con un’attenzione particolare a Milano. Una città che conosce una vertiginosa ricchezza accompagnata da una crescita della criminalità, spicciola e organizzata. Ogni città ha la sua antologia di racconti che la rappresenta: Gente di Dublino per la capitale irlandese, I racconti romani di Moravia per la Roma del secondo dopoguerra. La Milano del boom che poi diverrà quella da bere degli anni Ottanta, ha il suo affresco nel Centodelitti. Un librone che, come dice il titolo, consiste in cento racconti, alcuni brevi, altri brevissimi, qualcuno un po’ più lungo, molti dei quali ambientati a Milano. La matrice è noir, ma Scerbanenco, nei suoi ritratti, riesce a cogliere  gli scorci di cinismo e di solitudine metropolitani che sono l’altra faccia del boom.

Pur essendo stato pubblicata un anno dopo la  morte, questa antologia è l’ideale per cominciare la conoscenza del nostro autore, o meglio, del suo lato noir che è quello che  prendiamo in esame. Se vivete a Milano poi, avrete modo di paragonare la città presente a quella descritta tra sparatorie in Porta Romana, bande che imperversano in Via Mecenate e attacchi  a portavalori lungo il Naviglio. Nel Centodelitti Scerbanenco si esprime nella forma che più gli è congeniale, quella appunto del racconto, ma i romanzi non sono da meno. E qui possiamo iniziare da Venere privata, primo romanzo noir  di Scerbanenco che vede l’esordio del suo personaggio più famoso, il Duca Lamberti, nobiluomo, finito in carcere e radiato dall’ordine dei medici per avere praticato l’eutanasia, e una volta uscito, assunto in polizia. Il personaggio passerà attraverso altri tre romanzi – Traditori di tutti, I ragazzi del massacro e il postumo I milanesi ammazzano al sabato – e affascinerà i lettori per la sua tempra morale e la sua umanità (si legge ne I ragazzi del massacro: “La verità era l’unica cosa che interessava Duca anche se poi non serviva a nulla”). Si tratta di una saga che ogni appassionato di noir non può evitare.

Dopo il Duca, consigliamo un ritorno al racconto con due estrapolati dalla già citata raccolta Milano calibro 9 e che La Nave di Teseo rende disponibili in versione ebook: Stazione Centrale ammazzare subito. Il primo dà il titolo  al libretto ed è seguito da Bravi ragazzi bang bang. Stazione Centrale è uno dei racconti che ha ispirato il mitico film Milano calibro 9, di Fernando Di Leo con Gastone Moschin e Barbara Bouchet. È un racconto perfetto nella trama in crescendo fino al colpo di scena finale, nei dialoghi, come già detto un punto di forza di questo autore, nell’economia della prosa che spinge il lettore lettore a un consumo serrato della vicenda, una pagina via l’altra. Ultimi consigli: certamente per chi ama il giallo alla Sherlock Holmes, la serie dell’archivista Arthur Jelling è da prendere in considerazione. Si tratta di veri e propri gialli, non noir, dove il delitto è vissuto alla stregua di un enigma che solo l’intuito di chi indaga potrà sciogliere. Noi, però, consigliamo anche due romanzi che si muovono in una “terra di mezzo” tra il romance (altro genere letterario che Scerbanenco interpretò egregiamente) e il noir e che parlano dell’Italia del secondo dopoguerra, di un paese che da una parte si risolleva dalle macerie del conflitto, dall’altra è già intaccato dal virus del rampantismo. Parliamo di La luna sulla pineta, storia di un traffico di banconote false ambientate in una Viareggio fredda e dark, e Appuntamento a Trieste, un amore impossibile nel capoluogo friulano tra spie e traditori.



[Fonte Wired.it]