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lunedì, Ago 19

Perché Elon Musk vuole bombardare Marte con l’atomica


Nei piani del patron di Tesla e Space X, delle bombe atomiche lanciate sui poli marziani aiuterebbero a riscaldare l’atmosfera rendendo il pianeta rosso più simile alla Terra

bombardare

Niente di meglio di un annuncio a sorpresa per spezzare la noia di queste calde giornate estive. E quando si parla di colpi di scena spaziali, nessuno può reggere il confronto con Elon Musk, l’istrionico patron di Space X. La sua ultima provocazione agostana infatti è di quelle destinate a far discutere: bombardare Marte con l’atomica, nella speranza che aiuti a creare condizioni atmosferiche simili a quelle della Terra per facilitare la colonizzazione umana.

Come è ormai abitudine per l’imprenditore sudafricano, l’annuncio è stato affidato a Twitter. Ed è arrivato con un messaggio piuttosto laconico: “Nuke Mars”. Ovvero: “Nuclearizzare Marte”.

Un imperativo che suona quasi come una minaccia, se non si conoscono i trascorsi di Musk con il pianeta rosso. È da tempo che l’imprenditore sudafricano parla di colonizzare Marte, e l’utilizzo di armi atomiche per velocizzare il compito è qualcosa che aveva già proposto qualche anno fa sulla televisione americana, durante una comparsata al Late Show di Stephen Colbert.

L’idea di Musk

Nei piani di Musk, le cose dovrebbero andare più o meno come segue. Le testate nucleari andrebbero indirizzate verso i poli, al di sotto dei quali sappiamo ormai da tempo che giace nascosta abbastanza acqua da coprire l’intero pianeta con un oceano di circa 8 metri. Lo scopo sarebbe quello di proiettare nella rada atmosfera marziana grandi quantità di vapor acqueo e anidride carbonica, due potenti gas serra. In questo modo, lo stesso effetto serra che sul nostro pianeta causa il global warming, su Marte aiuterebbe a riscaldare l’atmosfera quel tanto che basta per rendere la superficie più adatta alle esigenze dei futuri colonizzatori.

Quali colonizzatori? Ma è ovvio: quelli che Musk intende mandare su Marte nei prossimi anni a bordo dei suoi razzi Super Heavy, spinti per l’occasione dal nuovo motore Raptor (ancora in fase di studio). Un progetto a cui ha dedicato anche un articolo peer reviewed pubblicato sulla rivista New Space, in cui, a dire la verità, non si fa menzione di progetti per rendere il pianeta rosso simile alla Terra. Ed è facile capire perché: molti esperti sono scettici riguardo alle reali potenzialità della tecnica proposta da Musk.

Lo scetticismo degli esperti

Per iniziare, uno studio su Nature Astronomy dello scorso anno ha calcolato che la quantità di CO2 presente su Marte non sembrerebbe sufficiente per ottenere i risultati attesi da Musk, neanche se tutte le riserve del pianete fossero liberate contemporaneamente nell’atmosfera.

Secondo alcuni scienziati, inoltre, la situazione potrebbe addirittura peggiorare. L’esplosione di una bomba atomica su Marte potrebbe dare inizio a un lungo inverno nucleare, che avrebbe esattamente l’effetto opposto a quello sperato, perché le particelle di polvere e detriti proiettate nell’atmosfera dall’esplosione bloccherebbero buona parte dei raggi solari, e finirebbero così per abbassare drasticamente la temperatura del pianeta.

Le perplessità della comunità scientifica, comunque, non sembrano impensierire il patron di Space X. Anzi, sembra fare sul serio. A poche ore dal criptico “Nuke Mars” aveva già annunciato il lancio di una linea di magliette dedicate al progetto. Promessa prontamente mantenuta il giorno seguente, con l’arrivo delle t-shirt “Nuke Mars” nello store online di Space X.

Un simile tempismo può sicuramente sollevare qualche dubbio: si tratta semplicemente di marketing, o bombardare Marte è parte di un concreto progetto di colonizzazione? Per scoprirlo bisognerà aspettare, ma neanche troppo: secondo i piani di Musk, i primi equipaggi umani dovrebbero iniziare il viaggio verso il pianeta rosso entro il 2024.

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