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venerdì, Set 04

Perché i sindaci italiani magnificano sui social interventi di manutenzione ordinaria?



Da Wired.it :

Da Virginia Raggi a Chiara Appendino, negli ultimi tempi sembra che la priorità assoluta delle grandi città nostrane sia costruire rotonde e riasfaltare marciapiedi. Provate a immaginare il sindaco di Londra che fa post trionfanti su una panchina riparata

Non è chiaro se nel 1936, quando John Maynard Keynes parlava dell’esercizio di scavare buche per poi ricoprirle, il grande economista avesse previsto un fortunato trend della politica del 2020, ma limitandosi ai deliranti social network nostrani non sarebbe folle sostenerlo: alcuni sindaci delle principali città italiane hanno intasato i loro feed Facebook e Twitter di stradine appena riasfaltate, siepi tagliate, sparute panchine rimodernate e impalpabili rotonde periferiche in costruzione. Piccoli interventi, dichiaratamente secondari, così minuti e privi di ambizione o rilevanza che più che all’arredo urbano si potrebbero ricondurre al bricolage: eppure i primi cittadini postano tutto con orgoglio – il cantiere assolato con la betoniera, la pista ciclabile, l’albero potato – e attendono i copiosi like e le ben più copiose prese in giro attirati da questi lavori, che un tempo si sarebbero detti di ordinaria amministrazione.

Succede da un po’, in ossequio all’imperativo che vuole il politico vicino al cittadino, anzi il cittadino che diventa politico, ma negli ultimi mesi il fenomeno ha fatto registrare un’accelerazione impensabile: prendete il master of ceremony della disciplina, tale Virginia Raggi, nel tempo libero sindaco di Roma (2,8 milioni di abitanti) in quota Movimento 5 stelle, ché “il vento sta cambiando”. Ecco: a detta di parecchi romani il vento non è cambiato poi troppo, ma quantomeno la sindaca si è costruita un personaggio senza precedenti nella lunga e prestigiosa storia dell’Urbe.

Dopo anni di mandato a consolidare il suo ruolo di vigilante appostato accanto ai bidoni della spazzatura per impedire comportamenti incivili alle forze del male (si ricorda ancora quel mirabile “uno zozzone stava provando a buttare un materasso in pieno giorno” del 2019, con tanto di video postato a corredo che mostra la cattura del suddetto a Torpignattara), Raggi si è messa a dare il giusto lustro ai fiori all’occhiello degli achievements della sua amministrazione: lo scorso 18 agosto annunciavauna buona notizia ai tanti cittadini amanti della bicicletta. Sono riprese le operazioni di sfalcio dell’erba lungo la pista ciclabile sul Tevere”, allegando mestissime foto di sterpaglie arse dal sole accanto a una stradina desolata. Il 27 agosto ha rilanciato con la seminale “rotonda all’incrocio tra via Francesco Menzio e via Edoardo Gioja” a Malafede (sì, giuro), a sud di Roma, anch’essa corredata di foto di ruspa intenta a scavare un misero buchetto.

Certo, il senso dell’affinata strategia è lapalissiano: se il politico nazionale è vicino, il politico locale dev’essere vicinissimo, anzi è tenuto ad arrivare proprio a casa tua, caro utente di via Francesco Menzio. Hai presente quella rotonda lì? Ecco, l’ho fatta io. Il raggismo ha già creato un promettente sequel nella persona della collega e compagna di partito di Raggi Chiara Appendino, tra le altre cose sindaco di Torino (886mila abitanti). Appendino il 3 settembre ha dato il giusto spazio al marciapiede di via Modena, “come vedete aveva assoluto bisogno di interventi”, ma per fortuna “ora è rimesso a nuovo e restituito ai cittadini”. Al lieto evento è stato apposto l’hashtag #TorinoRiparte, che pare persino un po’ troppo: il marciapiedi senza buche può essere un lontano inizio di ripartenza per via Modena, semmai, la quale secondo Google ospita una trattoria e un’officina di riparazioni Fiat. Ma non divaghiamo.

In ogni caso, com’è noto al ridicolo non esiste limite: a giugno del 2019 la pagina Facebook di Virginia Raggi esclamava trionfante “abbiamo a disposizione 22mila stecche di legno” per riparare le panchine di Roma; poco prima della fine dell’anno mostrava ai suoi followeril prima e il dopo delle operazioni di rimozione di alcuni ceppi di alberi effettuate su viale Luigi Einaudi” (con una fotografia qui davvero oltre il bene e il male, tanto che da un certo punto di vista viene davvero l’istinto di considerarla una grande opera, come forse ha pensato colui che ha lasciato il commento beffardo “momento magico. Ho i brividi”); non troppo tempo dopo, la prima cittadina informava che “a piazza Antonio Meucci gli alberi non venivano potati da ben 9 anni”. E così via.

Intendiamoci, è buona cosa che il sindaco si cali nei problemi dei concittadini, e persino nel più specifico, singolo e particolare dei disservizi quotidiani che incontrano. Ci mancherebbe. Ma a una grande città, a una capitale europea, a una metropoli serve anzitutto altro, anche dal punto di vista dell’immagine comunicata all’esterno: non sarà propriamente un caso che sui social del sindaco di Londra Sadiq Khan svettano post sulle nuove linee di autobus per la riapertura delle scuole della capitale britannica, sulle imprese del West End colpite dalla crisi e sul proteggere e rilanciare “il ruolo di leader mondiale nella cultura e la creatività di Londra”. Niente tombini, nessuna rotonda, pochi decespugliatori in azione, nemmeno l’ombra di un materasso.

A chi – inevitabilmente – commenterà queste note col più classico dei non vedete l’ora di prendervela col Movimento 5 stelle!, peraltro, basterà far leggere le parole di un consigliere del comune di Roma, Enrico Stefano. Stefano fa parte del M5s, è in maggioranza con Raggi, è però anche assalito da dubbi: qualche settimana fa ha scritto su Facebookci (ri)presentiamo ai cittadini con i post «trionfanti» di strade asfaltate, alberi potati, ceppi tagliati, panchine riparate e roba simile?”. Beh, in via Francesco Menzio i sondaggi sono ottimi, per cominciare.

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[Fonte Wired.it]