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venerdì, Giu 26

Perché il recovery fund europeo rischia di svantaggiare le donne



Da Wired.it :

Uno studio commissionato dai Verdi Europei dimostra che il piano di aiuti ha disposto finanziamenti perlopiù a settori a prevalenza maschile. E ciò potrebbe avere effetti negativi sull’occupazione femminile

(foto: Emanuele Cremaschi/Getty Images)

Gli stati membri dell’Unione Europea per il momento non riescono a trovare una soluzione comune su come strutturare il recovery fund – il grande piano messo in piedi dalla Commissione Ue per dare risorse economiche per affrontare la ripresa ai paesi membri – e nei prossimi vertici di luglio si cercherà di trovare un punto d’incontro tara le esigenze dei paesi più colpiti dal coronavirus, come Italia e Spagna, e quelli che invece chiedono più vincoli nell’erogazione di sussidi e prestiti, come Austria e Olanda. Tuttavia, analizzando le proposte al vaglio dei leader europei sotto il nome di Next Generation Eu – così si chiama ufficialmente il recovery fund – emergerebbe che la categoria meno tutelata è quella delle donne lavoratrici.

“Il piano europeo è gender blind, perché ha dimenticato le donne che lavorano nei settori in cui la disoccupazione è più alta o che sono costrette a  ridurre il loro orario di lavoro a causa dei figli”, ha spiegato l’eurodeputata dei Verdi Europei Alexandra Geese. Il suo partito – su proposta della stessa Geese – ha infatti commissionato uno studio per valutare l’impatto di genere del recovery fund. Le economiste Elisabeth Klatzer e Azzurra Rinaldi hanno scoperto che la maggior parte degli aiuti finanziari europei verranno destinati a settori in cui l’occupazione maschile è più alta di quella femminile, e che non è stato previsto nessuno correttivo per favorire l’inclusione delle donne. “Se nei piani di intervento economico non teniamo conto delle differenze di genere, in tutti i paesi le donne torneranno indietro di decenni sul piano dell’uguaglianza”, ha sottolineato Geese.

Cosa ha trovato il report

Lo studio è stato fatto prendendo in considerazione dieci indicatori, tra cui occupazione, investimenti in infrastrutture, lavoro gratuito di cura, work-life balance, violenza di genere e salute o diritti riproduttivi. Per ciascuno di questi temi è stato verificato in quale misure fosse tenuto in considerazione all’interno del piano d’aiuti previsto dal recovery fund. I settori più privilegiati sono quelli del digitale, delle costruzioni, dell’energia e dei trasporti, in cui sono impiegati prevalentemente uomini. Poco – in rapporto – è stato dedicato dall’Europa a campi altrettanto colpiti dal Covid-19, ma con più presenza femminile come turismo, ristorazione o cura della persona. “Se da un lato gli investimenti nelle tecnologie digitali e nella transizione ecologica sono importanti, dall’altro avranno un effetto occupazionale limitato perché in alcuni di questi settori già ora mancano professionisti qualificati. Se sempre più donne sono costrette a lasciare il mercato del lavoro, i redditi familiari e quindi il Pil diminuiranno” si legge nel report.

Un’impostazione del genere potrebbe avere delle conseguenze sul mercato del lavoro femminile variamente gravi, dice lo studio: le lavoratrici saranno sempre più svantaggiate rispetto ai colleghi uomini in termini di salari, capacità imprenditoriale e gestione degli obblighi familiari, a maggior ragione con la crisi innescata dal Covid-19. Secondo le economiste, però, c’è ancora tempo per evitare una deriva simile. Nel recovery fund potrebbero essere inseriti interventi di stimolo dell’economia anche nelle attività a prevalenza femminile, valutando il reale impatto di genere che sta avendo la pandemia e garantendo una distribuzione dei fondi equilibrata.

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[Fonte Wired.it]