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giovedì, Feb 04

Perché la mobilità a zero emissioni andrà rinforzata nel Recovery Fund



Da Wired.it :

Secondo Motus-e, la mobilità a zero emissioni riuscirà a dare la spinta giusta al nostro Paese guidando l’impatto occupazionale, il raggiungimento dei target ambientali e di decarbonozzazione dell’Unione europea. Se ne parlerà anche agli Electric Days Digital, dall’8 al 12 febbraio

Mobilità a zero emissioni | ph ph: Etienne Ansotte | Audiovisual.ec.europa.eu
Mobilità a zero emissioni (foto: Etienne Ansotte/Audiovisual Service Eu)

In Italia lo chiamiamo Recovery Fund, mentre il Consiglio europeo lo ha denominato Next Generation Eu. Due denominazioni che rivelano due punti di vista differenti. Da una parte, l’Europa che vede questo enorme pacchetto d’aiuti da 750 miliardi come l’espressione del suo senso di responsabilità verso le nuove generazioni. Dall’altra, l’Italia che risponde al più grande sforzo comunitario dal dopoguerra a oggi con un piano strategico capace, per ora, di aver procurato solo la caduta del secondo governo Conte. Sarà uno dei temi che verranno affrontati agli Electric Days Digital, evento dedicato alla mobilità elettrica che si terrà dall’8 al 12 febbraio con la partnership di Wired.

Per accedere ai fondi dell’Unione europea, ogni Stato membro deve presentare alla Commissione europea il proprio Piano nazionale di ripresa e resilienza o Pnrr entro il 30 aprile 2021. Ma prima sarà consegnato agli organi europei, più tempo si avrà per un confronto con la Commissione europea che avrà 30 giorni per valutare il progetto. Solo dopo questo passaggio avverrà la prima erogazione di contributi economici, pari a circa 20 miliardi. In questo documento ogni governo si impegna a usare le risorse per rilanciare l’economia secondo le priorità Ue legate a transizione verde, digitale e inclusione sociale.

Un’opportunità di sviluppo che la filiera italiana dell’automotive, rappresentata dall’associazione Motus-e, non vorrebbe lasciarsi sfuggire, sebbene per ora il governo italiano non abbia preso in considerazione le parti sociali legate alla mobilità a zero emissioni. È proprio il suo segretario generale, Dino Marcozzi, a lamentarsi della mancanza di visione nella proposta presentata in Consiglio dei ministri a gennaio. “Il Pnrr deve essere una strategia che moltiplichi le risorse investite, non un insieme disordinato di progetti, sì necessari, ma che senza una visione organica contrarranno un forte debito incapace di innescare lo sviluppo necessario a superare non tanto la crisi del Covid19 di oggi ma anche sfide future come quella della decarbonizzazione dei settori produttivi tradizionali e quella climatica.

Infrastrutture di ricarica | Ph. Jennifer Jacquemart | Audiovisual.ec.europa.eu
Infrastrutture di ricarica (foto: Jennifer Jacquemart/Audiovisual Service Eu)

Le proposte per la mobilità a zero emissioni

Dei 196 miliardi di pacchetti d’aiuti che arriveranno all’Italia nell’arco di 3 anni, Motus-e chiede sostanzialmente di rimodulare 18,7 miliardi del Pnrr verso la filiera della mobilità a zero emissioni, toccata in minima parte nella bozza di proposta di gennaio del governo. Gli investimenti e i progetti sono stati classificati seguendo le tre direttrici di Domanda, Infrastrutture di ricarica e Offerta.

Il 2020 ha chiuso con l’acquisto di 32mila veicoli elettrici puri e 27mila ibridi plug-in. Una domanda di veicoli a zero e a basse emissioni aumentata lo scorso anno grazie all’ecobonus. Soluzione che Motus-e chiede venga prolungato al 2025 sempre sotto forma d’incentivo diretto all’acquisto. A questa proposta si aggiunge anche la necessità di elettrificare il trasporto pubblico locale su gomma. Le altre misure di questa direttrice riguardano la revisione del trattamento fiscale delle flotte aziendali a zero emissioni e dei meccanismi di deducibilità anche per liberi professionisti e agenti di commercio.

Il secondo pacchetto di proposte riguarda la creazione di un fondo per lo sviluppo di una rete nazionale di infrastrutture di ricarica ad accesso pubblico. L’utilità è lapalissiana. Semplificherebbe notevolmente l’accesso alla ricarica anche per gli utenti condominiali che non possono installare una wallbox domestica. Si continua con la richiesta d’investimenti che supportino la prosecuzione dell’attuale credito di imposta sulle infrastrutture di ricarica private e l’estensione di questo mezzo alle imprese. Infine, l’elettrificazione dei porti italiani. Una misura che prevede da una parte l’utilizzo dell’energia elettrica dalla rete per l’alimentazione degli ausiliari delle navi ormeggiate, il cosidetto cold ironing. Dall’altra nella prospettiva di elettrificazione di parte dei natanti.

Terzo e ultimo pacchetto riguarda la creazione di un fondo per la realizzazione di poli di produzione di celle agli ioni di litio. Motus-e propone anche di accompagnare la riconversione industriale verso la tecnologia che sarà dominante sul mercato della mobilità nei prossimi anni.

Inserire solo parzialmente, quindi, la mobilità a zero emissioni, nel Piano nazionale di ripresa e resilienza potrebbe significare la perdita di quote di mercato per le industrie italiane dell’automotive, inclusa la componentistica, il settore elettrico ed elettronico e i servizi.

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[Fonte Wired.it]