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martedì, Mag 05

Perché le serie tv non riescono più a sfornare un cattivo davvero cattivo?



Da Wired.it :

Dove sono finiti la metanfetamina di Walter White, gli amplessi selvaggi alla Khal Drogo e lo splatter sofisticato di Dexter? Seppelliti sotto il tappeto di produzioni troppo impegnate ad ammaliare un pubblico sempre più vasto

C’è una ragione se ad inizio anni Duemila ci siamo iniziati a convincere che quel che veniva mandato in onda nei canali televisivi via cavo americani era qualcosa di molto diverso dalla vecchia serialità televisiva. The Wire, I Soprano e poi Dexter, Breaking Bad, Mad Men, House Of Cards e infine Il trono di spade (per citare le più celebrate), hanno creato la consapevolezza nel pubblico mondiale che la televisione era diventato il posto in cui si raccontavano le storie adulte. Sono però diversi anni che, nonostante il successo della serialità televisiva non faccia che aumentare, la sua capacità di essere adulta come agli inizi scema. Molto di quello che aveva reso quelle serie appuntamenti imperdibili e successi planetari a dispetto della distribuzione non sempre capillare, viene accuratamente evitato nelle nuove serie le cui storie e il cui modo di trattarle somiglia sempre di più (di nuovo) a quello più pavido del cinema mainstream.

Una volta tanto non è questione di qualità, ci sono ottime serie tv anche adesso, ma non hanno lo stesso atteggiamento spregiudicato e rischioso che aveva reso il fenomeno interessante. Nelle serie partite nei primi dieci anni del nuovo millennio non solo i personaggi avevano una complessità non sempre facile da afferrare nelle prime 2 o 3 ore (cioè nelle prime puntate) ma anche il modo in cui venivano raccontati, senza tirarsi indietro di fronte alla rappresentazione del sesso e della sessualità, puntando su antieroi che si macchiavano di crimini terribili e inaccettabili, era clamoroso. Indagavano il lato più oscuro senza timori, andando a fondo nel nero e stabilendo un rapporto con la rappresentazione del sesso schietto e onesto.

Se si guarda invece al panorama seriale degli ultimi 5 anni (ma in fondo anche degli ultimi 10) sono pochissime le serie che hanno portato avanti quest’approccio e sempre meno ne escono. Di nuovo: non si parla di qualità, non si parla delle serie migliori e peggiori, ma di quanto la tv, da quando il suo business e la sua portata sono aumentati a dismisura, non sia più quel mondo in cui poter sperimentare e creare contenuti liberi di trasgredire. La parabola di Il trono di spade è significativa: partita come una serie spregiudicata al crescere degli ascolti e della popolarità è finita con un pugno di stagioni puritane, in cui tutto ciò che di duro avevamo visto era diventato morbido e in cui la spettacolarità e le dimensioni avevano sostituito le asperità. Si parla ovviamente di quelle serie che mirano agli Emmy e che cercano di essere quality tv e non delle soap o delle serie di CW o ancora delle classiche sit-com.

Guardando alle serie più discusse, apprezzate e attese degli ultimi anni il panorama è chiaro. Se The Mandalorian ha la scusante di appartenere al mondo di Guerre stellari (cioè alla Disney), altre produzioni di successo come Westworld, Watchmen, Mindhunter, mr. Robot, Masters of Sex e Big Little Lies si proponevano come prodotti per un pubblico adulto ma rifiutavano davvero di sporcarsi le mani con antieroi fedeli fino alla fine al loro credo e addirittura anche una serie come The Deuce fondata sulla prostituzione ci andava cauta con il sesso. Contemporaneamente sono aumentate tantissimo le serie che con quel mondo proprio non vogliono averci a che fare come Stranger Things, The End of the Fucking World, Marvelous Mrs. Maisel, The Handmaid’s Tale, This is Us, Love, Glow, I am Not Okay With This, Sex Education (senza sesso) a Kidding fino alle recentissime Tales From The Loop e Upload. Tutti buoni. L’elenco chiaramente è più lungo di così ma di fatto è diventato rarissimo (le eccezioni ci sono, adesso ci arriviamo) vedere un protagonista come Tony Soprano, Frank Underwood, Don Draper o Walter White.

Non è una questione da poco, perché la ragione per la quale le serie di inizio anni 2000 trovarono subito così tanto pubblico era che il cinema aveva smesso di raccontare quelle storie eppure queste avevano un pubblico che le bramava. Addirittura nei primi anni 2000 queste caratteristiche erano tracimate anche nella tv non via cavo americana, con serie come Lost e Dr. House, era qualcosa di così diffuso da caratterizzare il linguaggio e la nuova era. Certo esistevano anche serie di gran successo che non avevano queste caratteristiche e appartenevano ad altri generi, ma quello di cui tutti parlavano erano le serie adulte. Gli stessi produttori che temevano di rischiare al cinema lo facevano in tv. Così tanto che anche in Italia si è iniziato ad innovare davvero raccontando la banda della Magliana e la mafia di Scampia e Secondigliano, mettendo loro come protagonisti e capendo le dinamiche del loro mondo in modi in cui la serialità ma anche il cinema di antimafia, sempre focalizzato sulle forze dell’ordine, non avevano mai fatto.

Ora invece, nonostante esistano felici (ma rare) eccezioni, cioè serie che hanno al centro l’odio e raccontano protagonisti animati da quanto di peggio esista come Sharp Objects, Fleabag o (parzialmente) The Boys o altre che non si accontentano della solita narrazione sui corpi come Euphoria (in cui però sembra sempre che il sesso conduca i personaggi alla rovina), l’impressione è che il desiderio di puntare sul sicuro e piacere ad un vasto pubblico si sia impadronito anche del piccolo schermo. Hollywood (la serie) ad esempio vuole raccontare (anche) come la Los Angeles di fine anni ‘40 fosse un tripudio di sesso e tutto passasse da lì ma trema di fronte all’idea di mostrare un capezzolo. Là dove le serie tv dell’inizio della Golden Age sembravano voler sfoltire il proprio pubblico, sembravano non voler essere buone per tutti (ma nel farlo trovavano un pubblico immenso), quelle più recenti smussano ogni angolo per ampliare la platea, non vogliono scontentare né alienarsi nessuno.

Anche per questo forse come risposta le serie documentarie da Wild Wild Country, a Chernobyl a Tiger King o Giù le mani dai gatti o ancora O.J.: Made in America vivono un momento così buono: sono rimaste le uniche, con la scusa del rispetto dei veri fatti, ad indagare davvero gli ambiti più scuri della natura umana, le uniche a mettersi dal lato degli antieroi e cercare di capire non solo ciò che ci rende migliori ma soprattutto cosa sia a renderci peggiori.

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[Fonte Wired.it]