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mercoledì, Mar 11

Perché lo studio sul contagio da coronavirus a distanza di 4 metri è stato ritirato



Da Wired.it :

Su un bus in Cina un passeggero positivo al coronavirus avrebbe contagiato due persone a 4,5 metri. Lo diceva uno studio che è stato poi ritirato. Non possiamo sapere con certezza come si sono infettate le persone e inoltre tutte le evidenze ci dicono che un metro o più è una distanza sicura

coronavirus
(foto: Zhou Qi/Eye Em via Getty Images)

Mentre l’Italia è al centro dell’attenzione dei media di tutto il mondo, il nuovo coronavirus Sars-CoV-2 torna a far parlare di sé di nuovo sulle sue vie di trasmissione. Uno studio condotto da epidemiologi cinesi, infatti, ha affermato che il virus potrebbe riuscire a diffondersi, e dunque causare un contagio, anche a distanze più alte rispetto a quelle indicate dagli esperti per rimanere in sicurezza, ovvero fino a 4,5 metri.

Ma la ricerca, uscita sulla rivista di medicina Practical Preventive Medicine, è stata ritirata poco dopo la sua pubblicazione, martedì 10 marzo, senza motivazioni. La notizia, però, è stata ripresa dal giornale cinese South China Morning Post, che ha indicato il ritiro del paper, e da alcune testate italiane e internazionali. Per questo ne parliamo e cerchiamo di fare chiarezza. Fermo restando che la distanza di almeno un metro, indicata dall’Organizzazione mondiale della sanità e dalle altre autorità è sicura.

Una scena particolare

Lo studio, come si legge su South Cina Morning Post, fotografa una situazione quotidiana molto specifica: si tratta di un autobus a lunga percorrenza, pieno di passeggeri, in Cina, alla data del 22 gennaio 2020, prima che fosse dichiarato lo stato d’emergenza globale da parte dell’Oms. A bordo c’è un passeggero sintomatico e positivo al nuovo coronavirus, anche se al momento in cui sale ne è del tutto ignaro. Il passeggero, che non indossa la mascherina (correttamente, perché non c’era alcuna indicazione o prescrizione) sale sul mezzo e si siede in fondo, nella penultima fila, nel posto esterno.

Lo studio ritirato

Secondo la ricerca, durante il viaggio, durato 4 ore, il passeggero positivo avrebbe contagiato sette persone, anche lontane. Fra queste, ci sarebbero due passeggeri seduti sette file più avanti, ovvero lontane 4,5 metri, una distanza ben più grande di quella di sicurezza indicata dalle autorità, pari ad 1 metro. Mentre non sarebbero state contagiate altre persone, fra cui il passeggero seduto accanto a lui, posto finestrino. Inoltre, il virus potrebbe rimanere nell’aria anche per mezz’ora, si leggeva sempre in questa indagine. L’ipotesi dei ricercatori è che in un ambiente chiuso di questo tipo, con aria condizionata, la distanza di trasmissione del coronavirus possa essere maggiore rispetto a quella di sicurezza indicata.

Ma la ricerca, in cui già gli autori sottolineavano il fatto che fosse descrittiva di una scena particolare (dunque non su un ampio numero di casi), è stata ritirata per ragioni non esplicitate e ora non è più rintracciabile. Tuttavia, la notizia è stata diffusa dai media e per questo può essere utile fare chiarezza.

Come interpretare il risultato

“Non ho avuto modo di leggere la ricerca in questione”, ha sottolineato Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali, “tuttavia non sappiamo con certezza in quale preciso momento si siano infettate le persone coinvolte nello studio”. Insomma, non abbiamo prove sicure. “Non ritengo”, prosegue Andreoni, “che a partire da una ricerca molto delimitata di questo genere, si possa giungere a conclusioni su nuove misure della distanza della trasmissione aerea del coronavirus attraverso le goccioline di saliva”. Al contrario, ci sono numerosi studi su riviste prestigiose che hanno dimostrato quanto viaggia il virus, specifica l’esperto, e che confermano che la distanza di almeno un metro, indicata in questi giorni dalle autorità, in questi giorni è sicura. Inoltre, non ci sono prove che il virus rimanga sospeso nell’aria, come mostra uno studio su Jama, e dunque che il contagio possa avvenire dopo.

“Nonostante sia vero che in certe condizioni e circostanze la distanza percorsa dalle goccioline di saliva può aumentare”, aggiunge Andreoni, “fra cui una maggiore velocità dell’espulsione della saliva, una più alta umidità e ventilazione degli ambienti, nonché la densità delle secrezioni, possiamo concludere che una distanza di circa un metro o un metro e mezzo è assolutamente sicura per evitare la trasmissione aerea del virus”. Insomma, le variazioni del percorso della saliva rientrano comunque nella distanza di sicurezza.

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[Fonte Wired.it]