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venerdì, Ago 07

Perché l’oro è volato oltre i duemila dollari l’oncia



Da Wired.it :

Le incertezze legate all’emergenza Covid-19, le tensioni geopolitiche tra Usa e Cina e il dollaro basso fanno crescere gli investimenti in oro e ne fanno schizzare la quotazione

Lingotti d’oro (Foto: Pixabay)

La quotazione dell’oro ha superato il livello record di duemila dollari l’oncia. Si tratta di un traguardo raggiunto dopo una crescita costante che dura da più di un anno e che ha portato il valore del metallo giallo a salire dai circa 1.300 dollari l’oncia dell’estate 2019 agli attuali 2.046 dollari l’oncia, pari a 55,5 euro per ogni grammo. L’ultimo record storico era stato raggiunto nell’autunno 2011, quando il prezzo si attestava attorno ai 2.200 dollari.

Ma quali sono le ragioni di questa corsa? In primo luogo, l’oro ha sempre rappresentato uno dei beni rifugio per eccellenza, ovvero quel tipo di investimento in grado di resistere meglio alle incertezze dei mercati. In un momento in cui l’emergenza legata alla gestione della pandemia da Covid-19 continua a far sentire le sue ripercussioni sulle borse e sui bilanci delle società in diversi settori, gli investimenti finanziari in oro ne hanno fatto salire il valore dai 1.500 dollari l’oncia verso l’inizio dell’anno ai 1.700 dollari di marzo, fino a raggiungere il prezzo attuale anche in relazione all’alto tasso di contagi registrati soprattutto negli Stati Uniti e in Brasile poco più di un mese fa e ai timori di possibili nuove fasi di lockdown.

Non si tratta quindi di un incremento di acquisti di gioielli, che sono anzi calati del 46% da inizio anno, ma piuttosto di una maggiore richiesta da parte di investitori. Negli ultimi giorni, inoltre, a far volare il prezzo dell’oro sono stati anche l’aumento dei casi di coronavirus negli Stati Uniti e le tensioni geopolitiche tra l’amministrazione guidata da Donald Trump e la Cina.

Queste ragioni, insieme alle incertezze generate dall’avvicinarsi delle elezioni americane e una possibile ripartenza dell’inflazione costituiscono motivi di possibile instabilità sui mercati, e fanno sì che gli investitori si rifugino su un bene più sicuro come l’oro appunto. In aggiunta, quando i tassi di rendimento delle obbligazioni sono bassi, in genere il prezzo dell’oro tende a crescere ulteriormente.

A questo si può aggiungere anche il fatto che da marzo il dollaro ha perso circa 10 punti percentuali rispetto all’euro e gli Stati Uniti si trovano in una delle peggiori crisi occupazionali degli ultimi tempi, e siccome l’oro è quotato in dollari tende a incrementare il suo valore proprio quando scende il valore del biglietto verde.

In questa situazione quindi gli investimenti in Etf (Exchange Traded Funds), ovvero strumenti finanziari il cui andamento replica direttamente la variazione delle materie prime o degli indici a cui fanno riferimento, hanno cominciato a puntare proprio sull’oro, che da solo vale il 78% degli scambi Etf. Ed è proprio dagli investimenti in oro sui vari listini che deriva la spinta principale del prezzo del metallo giallo. Solo nel primo semestre 2020, infatti, l’equivalente fisico degli acquisti di Etf sull’oro sono stati pari a 734 tonnellate, come riporta Repubblica.

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[Fonte Wired.it]