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sabato, Ago 08

Perché sono stati pubblicati solo alcuni verbali del Comitato tecnico-scientifico?



Da Wired.it :

Dopo la pubblicazione dei verbali del Cts, ci sono state obiezioni sulla mancata diffusione da parte del governo di alcuni documenti strategici, come quelli riguardanti Alzano e Nembro. La spiegazione è nel funzionamento del Foia: semplicemente non sono stati chiesti

(foto: Massimo Di Vita/Archivio Massimo Di Vita/Mondadori Portfolio/Getty Images)

La Fondazione Luigi Einaudi, il 6 agosto ha reso pubblici 5 verbali delle riunioni del Comitato tecnico-scientifico (Cts) contenenti le raccomandazioni su cui si sono basati i dpcm che hanno introdotto le misure di contrasto all’emergenza nei mesi più delicati dell’emergenza di coronavirus nel nostro paese. Ne è emerso, ad esempio, che la decisione di imporre la quarantena su tutto il territorio nazionale può essere stata una decisione politica. Il 7 marzo, infatti, il Comitato proponeva di dividere il territorio nazionale in due macro-aree, ciascuna con le proprie regole: la prima (cioè Lombardia e dalle province di Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Modena, Pesaro e Urbino, Venezia, Padova, Treviso, Alessandria e Asti), a causa di una diffusione più grave del virus, avrebbe dovuto adottare misure più stringenti; la seconda – cioè il resto – avrebbe avuto relativamente più libertà (per quanto il comitato raccomandasse “almeno” l’applicazione delle misure che aveva proposto per le zone rosse). Nella notte tra l’8 e il 9 marzo il governo ha tuttavia deciso di estendere il lockdown a tutta l’Italia.

A creare polemiche, nelle ultime 24 ore, è stato anche ciò che non è stato diffuso: all’appello, infatti, mancano alcuni documenti di importanza cruciale, anche in chiave giudiziaria, come quelli che avrebbero portato alla mancata istituzione della zona rossa nei comuni di Alzano e Nembro nel bergamasco, tra i più discussi focolai del virus alla fine di febbraio. Nelle ultime ore, grazie a un verbale anticipato dall’Eco di Bergamo diffuso da Regione Lombardia, si è scoperto che il Cts aveva invitato il governo a prendere in considerazione questo tipo di provvedimento vista la gravità della situazione nella zona, ma l’appello non è stato preso in considerazione dal governo che qualche giorno dopo ha preferito blindare l’intera regione Lombardia.

Come ha agito la Fondazione Einaudi

Il 22 aprile la onlus ha inoltrato una richiesta Foia al Cts per poter aver accesso ad alcuni verbali. Nello specifico sono cinque documenti e coprono un periodo che va da fine febbraio a inizio aprile. All’inizio il Foia era stato respinto, così la Fondazione ha fatto ricorso al Tar del Lazio, che ha accolto l’istanza e obbligato il governo ad accogliere la richiesta. Sentenza sospesa, in seguito, dal Consiglio di stato che – su pressione del governo – ha rimandato la decisione a settembre.

Il governo in un secondo momento ha, però, voluto seguire quanto prescritto dal Tar e ha inviato la documentazione alla Fondazione. Bisogna chiarire che il Foia, cioè lo strumento di richiesta di accesso ai documenti della pubblica amministrazione, ha regole precise: i verbali mancanti non sono disponibili semplicemente perché non sono stati richiesti. Uno dei legali della onlus, l’avvocato Rocco Todero, ha spiegato a Open che il Foia è stato richiesto solo solo per quei 5 documenti citati esplicitamente nei vari dpcm: “Ci sono verbali precedenti che non abbiamo chiesto perché non ne conoscevamo l’esistenza, e perché in quel momento non ci interessavano per le restrizioni su tutto il territorio nazionale”. Il governo in questo senso ha accolto pienamente la richiesta della Fondazione e non è tenuto a pubblicare verbali per cui non è pervenuta nessuna richiesta (quelli che vanno da aprile in poi). Mancheranno all’appello anche quelli di gennaio, citati da alcune testate, perché all’epoca non si poteva parlare ancora di pareri del Cts, in quanto quest’organismo è stato formalmente istituito ai primi di febbraio.

L’auspicio è, però, quello che anche gli altri verbali vengano messi a disposizione, soprattutto dopo la frase pronunciata dal ministro della Sanità Roberto Speranza, che in audizione al Senato ha parlato della trasparenza come di “un valore fondamentale” tenuto in massimo conto dall’esecutivo. Come ha sottolineato lo stesso Todero: “non si tratta di una battaglia partitico-ideologica, qui nessuno sta dicendo che Conte ha torto: ma per poterlo giudicare possiamo vedere questi atti, o no?”.

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[Fonte Wired.it]