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giovedì, Apr 30

Perché Summertime non c’entra nulla, ma proprio nulla, con Tre metri sopra il cielo



Da Wired.it :

Doveva essere l’adattamento in streaming del best seller di Federico Moccia. Abbiamo visto la nuova serie Netflix e potete stare tranquilli: Step, Babi, i lucchetti e lo sguardo “gggiovane” sono soltanto un ricordo

Una serie rinfrescante, che ci fa ricordare e respirare l’aria delle vacanze estive direttamente dal divano di casa. Gli aperitivi all’aperto, i gavettoni, le lotte in acqua, i bagni al tramonto, il baretto sulla spiaggia, le tavolate al sole. Consolatevi: nel buio del lockdown troverete tutto questo dentro Summertime, nuova serie italiana diretta da Lorenzo Sportiello e Francesco Lagi, disponibile su Netflix.

In rete non si faceva che parlarne, perché ispirata a Tre metri sopra il cielo, immaginando un prodotto che potesse ricordare-imitare-rievocare le atmosfere di mocciana memoria con Ludovico Tersigni al posto di Riccardo Scamarcio. Ebbene, di Tre metri sopra il cielo in Summertime – per fortuna – non c’è traccia. Le otto puntate – da sorseggiare una dietro l’altra come una bibita estiva, con la stessa spensieratezza priva di pretese – ci trasportano in una realtà del tutto diversa, meno edulcorata e cartacea, che non vuole essere a tutti i costi “gggiovane”/giovanilistica, ma solo verosimile. Come i suoi protagonisti, ragazzi semplici, autentici: poco importa il colore della loro pelle, la provenienza, l’orientamento sessuale. Quel che conta sono le avventure emotive ed esistenziali vissute in un’estate sulla riviera adriatica che può cambiare una vita. Non è poco. Anzi, è abbastanza rivoluzionaria in questo, Summertime: a differenza dei teen drama contemporanei non punta sul pruriginoso (come Baby ed Elite o il più ironico Sex Education), non si limita a raccontare l’universo adolescenziale (come Skam Italia), non sente l’esigenza di dover affrontare in maniera più o meno seriosa temi come razzismo o discriminazione di genere. I protagonisti, dicevamo, sono semplicemente e finalmente ragazzi normali, ognuno con il suo orientamento sessuale – etero, gay, le etichette non interessano – e con le sue origini.

(foto: da Netflix)

La protagonista Coco Rebecca Edogamhe ha il papà nigeriano, eppure nella serie, per fortuna, l’argomento non si sfiora neanche. Summer, la ragazza che interpreta, è assolutamente integrata nel suo gruppo di amici, nessuno le fa mezza battuta al riguardo, ed è questa la chiave giusta per raccontare quello che in come nel resto del mondo, non è più un’eccezione. Lo è, semmai, che a un’italiana di seconda generazione sia stata scelta come protagonista di una serie incentrata sull’amore e su nessun’altra questione sociale/sociologica, ci piace pensare che possa fare da apripista per future operazioni sulla stessa linea d’onda.

(Foto: da Netflix)

Una storia di amori e di amicizie, dunque, sul bisogno di accettazione e sulla voglia di condivisione, raccontata con toni saturi e caldi, un’esplosione di colori e una colonna sonora incandescente che mischia – proprio come nel lettore mp3 di un adolescente – Missili di Frah Quintale e Il mondo di Jimmy Fontana, Leoni di Francesca Michielin e Thoiry di Achille Lauro. Gli spettatori più romantici non resteranno delusi, avranno di che sospirare nella quinta puntata che non sveliamo, anticipandovi però che Ludovico Tersigni non è Riccardo Scamarcio, semmai un Alessandro Borghi ancora in erba, ugualmente spontaneo e credibile. Il suo Ale condivide con Step solo due cose: il chiodo e l’amore per la sua motocicletta. Nient’altro.

Più vicina a Sapore di mare dei Vanzina che a Tre metri sopra il cielo, in sostanza, Summertime fa a meno di nomignoli, lucchetti, giovanilismi ricercati per dare spazio a personaggi a tutto tondo, ragazzi che abbiamo l’impressione di conoscere da sempre e la voglia di rivedere.

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[Fonte Wired.it]