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venerdì, Ago 28

Perché Tenet è un film perfetto in tempo di pandemia



Da Wired.it :

Viviamo in un mondo crepuscolare, insegna Christopher Nolan, che sceglie un Protagonista con mascherina per il suo blockbuster d’autore: oltre gli effetti speciali, il messaggio di come la cooperazione tra individui, come tra Paesi, si riveli l’unica salvezza per il genere umano. Oggi, come ieri, come domani

Il nuovo film di Christopher Nolan – diciamolo subito: imperdibile – è appena uscito in sala e già si legge di tutto, tra pareri illustri e fiumi di commenti sui social. C’era da aspettarselo, non solo perché l’autore di suo si diverte a provocare lo spettatore con i suoi flussi di coscienza cinematografici puntualmente strutturati a rompicapo, contorti labirinti visivi in cui è esaltante smarrirsi ogni volta. Ma anche perché Tenet è, per una serie di motivi, il film più atteso del momento. La sua uscita – che negli Stati Uniti è slittata ancora al 3 settembre – è stata rimandata più volte a causa di una circostanza inedita e sulla carta impossibile, quasi al pari di quelle rappresentate nel film. Una pandemia mondiale. Curioso che un’opera incentrata sui salti temporali e sul costante dialogo fra presente, passato e futuro sia stata bloccata in un tempo sospeso, quello della pandemia appunto, il tempo-non-tempo in cui a chi sopravvive è dato ripensare il passato e reinventare il presente, per costruire magari un futuro diverso. Ecco, chi guarda con attenzione il film di Nolan non potrà perdere degli involontari eppure evidenti richiami alla situazione attuale.

“Viviamo in un tempo crepuscolare”, recita una battuta memorabile del film. Ma procediamo a ritroso, in linea con Tenet e i suoi sbalzi temporali, ovvero con una nota superficiale: senza spoiler, basti dire intanto che i protagonisti/007 sui generis John David Washington (bolle il sangue di Denzel nelle sue vene, e si vede) e Robert Pattinson nella seconda metà del film si ritrovano costretti a indossare mascherine per non compromettere i polmoni. Ad un livello analitico più profondo, è impossibile non cogliere il riferimento costante all’urgenza della cooperazione che permea l’opera, un kolossal spy-movie che dissemina messaggi di carattere umanitario, sociopolitico, persino spirituale.

L’apocalissi per Nolan si genera, in sostanza, dall’indifferenza nei confronti dell’altro, del più prossimo come delle generazioni che verranno (le quali, infuriate a ragione per il male che stiamo infliggendo oggi alla Terra, potrebbero un domani volerci morti e costringerci a difenderci dal futuro, per dirla in soldoni).

La fine del mondo, secondo il blockbuster d’autore dell’anno, avviene dunque solo quando l’ultimo uomo (o Protagonista) smette di crederci e di aiutare il prossimo. “Niente amici al tramonto“, è una frase in codice tormentone del film. Che sia vero l’esatto contrario? Il padre di Memento, Inception e Interstellar sembra propendere per questa seconda opzione, firmando di fatto un film colmo di speranza, che insiste su quanto la cooperazione tra individui, come tra Paesi, si riveli l’unica salvezza in un pianeta altrimenti dominato dal kaos (in senso greco), dagli egoismi, dalle prevaricazioni dei ricchi oligarchi sulle masse di oppressi impotenti (come la prima scena del film mostra in modo agghiacciante). Oggi, come ieri, come domani.

Un discorso che ricorda da vicino quello che i filosofi hanno più volte ripetuto in tempi di pandemia. Dall’argentino Miguel Benasayag allo sloveno Zizek: se il primo, in Piccolo manifesto in tempi di pandemia, critica la virulenza capitalistica di una pandemia in cui i corpi delle vittime sono quelli degli oppressi e degli ultimi del mondo (dagli anziani dei singoli Paesi alle bidonville dei dimenticati), il secondo nel suo Virus scrive: “L’epidemia di Covid-19 e la crisi attuale dimostrano che la solidarietà e la collaborazione globale sono nell’interesse di ciascuno di noi e sono l’unica cosa razionale ed egoista da fare“. Ma questo, il Protagonista di Tenet evidentemente già lo sapeva. Peccato solo non avere modo di fare, nolaniamente parlando, inversione.

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[Fonte Wired.it]