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Perché Trump ha espressamente richiesto la messa in produzione di Rush Hour 4

by | Nov 27, 2025 | Tecnologia


La guerra in Ucraina? Gli Epstein Files? La crisi climatica? Le priorità di Donald Trump non si limitano a questo, ma includono anche Rush Hour 4. Avete letto bene: un film d’azione che è l’ennesimo capitolo di una saga culto inaugurata nel 1998 con protagonisti Jackie Chan e Chris Tucker (oggi 71 e 53 anni, rispettivamente). A quanto pare il quarto capitolo del franchise era rimasto in gestazione per molti anni, ma a sbloccare la situazione – come riporta il magazine online americano Semafor – ci ha pensato proprio l’interesse personale del presidente Usa che ha ottenuto da Paramount l’impegno a mettere in produzione la nuova pellicola, a quanto pare parecchio cara al cuore di The Donald.

Ci sono svariati motivi per cui il presidente americano ha grande interesse a rinverdire questa saga. Molti scommettono che sia uno dei suoi film preferiti, e come dargli torto (?!). Ma ci sono anche interessi molto più stratificati in questo. Il primo è il regista che fin dal primo capitolo ha curato questo franchise, Brett Ratner: dopo aver diretto blockbuster d’azione come Red Dragon e X-Men: Conflitto finale, il filmmaker non lavorava dal 2014 dopo il fallimentare Hercules con Dwayne Johnson, essendo stato al centro di un pesante scandalo sessuale in piena epoca #MeToo che l’aveva reso “intoccabile” dalla maggior parte degli studios. Negli anni, però, Ratner ha cercato di ripulirsi l’immagine e l’ultima mossa vincente è stata la regia del documentario Melania, sulla first lady Melania Trump, che lo scorso anno Amazon ha pagato 40 milioni pur di annoverarlo nel proprio catalogo.

Trump è molto vicino anche al produttore della serie filmica Rush Hour, Arthur Sarkissian, che sempre l’anno scorso aveva finanziato The Man You Don’t Know, ritratto smaccatamente agiografico dello stesso presidente. Dopo che Warner aveva rinunciato ai diritti sulla saga stessa, poi, questi sono finiti a Paramount, società che negli ultimi anni si è avvicinata moltissimo alla sfera trumpiana dopo una serie di vicissitudini molto concatenate: nell’ottobre Trump aveva fatto causa per 20 miliardi di dollari a Cbs News (di proprietà di Paramount) per un’intervista che a detta sua avrebbe favorito la rivale Kamala Harris; nel luglio 2025 era stato raggiungo un accordo a 16 milioni, con un impegno ufficioso da parte di Paramount – che possiede anche Comedy Central su cui va in onda South Park, fonte di satira continua contro Trump – di limitare critiche e essere più accomodante con la Casa Bianca. Il raggiungimento di quest’accordo aveva sbloccato da possibilità per Paramount di essere acquisita da Skydance, operazione che poteva essere autorizzata solo dalla FCC (una specie di garante delle comunicazioni), nominata da Trump stesso.

In altre parole le insistenze di Trump nel mettere in cantiere Rush Hour 4 non testimonia solo il suo interesse per certi titoli cinematografici ma anche la sua volontà di avere un impatto sul sistema mediatico americano, oltre che di piazzare i suoi fedelissimi. Non è un caso che né Jackie Chan né Chris Tucker siano starti particolarmente ostili al presidente, anzi hanno talvolta fatto dichiarazioni accomodanti nei suoi confronti. Da tempo i Repubblicani stanno cercando di rimodellare il settore del cinema e dell’informazione, a detta loro dominato da troppi anni dai democratici e dai progressisti. Le sue continue accuse ai giornalisti e il tentativo di bloccare comici come Jimmy Kimmel sono sono la punta dell’iceberg di un tentativo molto più ampio di modellare a suo favore l’ecosistema mediatico. Molta attenzione c’è in questo momento sulle offerte per l’acquisizione del colosso Warner Bros. Discovery, che possiede Cnn: se la spuntasse Paramount (che sta tentando la scalata in concorrenza a Netflix e Comcast), Trump ha già fatto capire che i suoi amici avrebbero il compito di licenziare i giornalisti a lui invisi.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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