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mercoledì, Feb 23

Personaggi Lgbtq+, mai così alta la rappresentazione di nella tv americana



Da Wired.it :

Ogni anno l’associazione americana Glaad, che monitora la rappresentazione dei personaggi Lgbtq+ sugli schermi americani, pubblica il suo report intitolato Where We Are on Tv. Nell’edizione di quest’anno, riguardante l’annata 2021/2022 e diffusa in questi giorni, non mancano le buone notizie: secondo i dati raccolti, infatti, negli ultimi dodici mesi c’è stato un numero record di personaggi Lgbtq+ rappresentati sui prodotti andati in onda sulle reti tradizionali, via cavo, in streaming e per la prima volta includendo anche nuove realtà come le piattaforme Apple TV+, Disney+, Paramount+, Peacock, e HBO Max. Si è arrivati infatti all’11,9% di appartenenti alla comunità sul totale dei personaggi regolari nelle serie tv di prima serata (il record precedente era al 10,2%).

Secondo il rapporto il 57% dei personaggi Lgbtq+ rappresentati in serie e programmi tv nell’ultimo anno è di sesso femminile, con un numero mai registrato prima di donne lesbiche sullo schermo. Cresce anche la rappresentazione dei personaggi bisessuali, che arrivano al 29% del totale. Nella tv a stelle strisce si sono visti così 124 donne, 50 uomini e 9 personaggi non-binari. Cresce anche la rappresentazione dei personaggi transgender, che arriva a un numero totale di 42 (su 637 personaggi Lgbtq+ complessivi) nell’annata 2021/22. Tra gli streaming è soprattutto Netflix a dare la rappresentazione più diversificata, seguita da Hbo Max e Amazon Prime Video. Nell’ultimo periodo è cresciuto anche il numero di personaggi Lgbtq+ di colore ma ci sono anche dei passi indietro: cala infatti la rappresentazione di temi come l’Hiv (solo 3 i personaggi sieropositivi in televisione nel 2011 e tutti nella serie Pose) così come sono sempre meno gli show che hanno un personaggio principale o un intero cast principale di attori Lgbtq+, come è accaduto invece in passato in titoli come The L World, Queer as Folk, Will & Grace o Looking.

La situazione comunque è molto migliorata rispetto al 2020 quando, complice la pandemia e i vari ritardi nelle produzioni cinematografiche e televisive, la rappresentazione queer sullo schermo era diminuita per la prima volta negli ultimi anni: “In tempi in cui crescono le leggi e le violenze anti-Lgbtq+, sono istituzioni culturali come la televisione che hanno il ruolo cruciale di cambiare menti e cuori attraverso uno storytelling diversificato e inclusivo”, ha dichiarato Sarah Kate Ellis, presidente di Glaad, a margine della pubblicazione del report: “I network e le piattaforme devono continuare a dare priorità alle storie Lgbtq+ che sono state spesso dimenticate, con un focus particolare sulla comunità trans, sulle persone Lgbtq+ di colore, quelle che vivono con l’Hiv o con disabilità”. Quest’ultimo punto è particolarmente dolente, perché solo il 2,8% dei personaggi regolari nelle serie di prima serata rappresenta persone disabili. 

Nonostante il percorso da fare sia ancora lungo, i segnali sono incoraggianti: “La crescita della rappresentazione Lgbtq+ in televisione è un segnale che Hollywood sta iniziando a riconoscere il potere di raccontare storie Lgbtq+ a un pubblico globale che può riconoscersi in esse”, aggiunge Ellis. D’altronde, al di là delle buone intenzioni, questo è anche un andare incontro a un mercato sempre più connotato da questo punto di vista: secondo un report di Nielsen, il pubblico Lgbtq+ ha una maggiore assiduità nell’utilizzare le piattaforme di streaming su cui vede serie che lo rappresentano, in più lo stesso tipo di pubblico ha il doppio delle probabilità di essere un utilizzatore massivo dei social media, il cui fa aumentare il buzz mediatico attorno a certi tipi di programmi. Il successo insomma, spesso e volentieri, è assicurato.



[Fonte Wired.it]