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mercoledì, Mag 10

Pesce, la carne può essere coltivata in laboratorio | Wired Italia



Da Wired.it :

Per tanti pescatori amatoriali potrebbe essere arrivato il momento di appendere la canna da pesca al chiodo. Come riporta l’agenzia Reuters, l’azienda israeliana Steakholder Foods, in collaborazione con la singaporiana Umami Meats, ha infatti annunciato di aver stampato in 3D il primo filetto di pesce pronto per essere cucinato utilizzando cellule animali coltivate in laboratorio.

Si tratta di una pista che pochi hanno battuto finora: se da tempo è attivo il dibattito mondiale sulla produzione di carne coltivata in laboratorio, quasi nessuna delle realtà attive nel settore del foodtech avevano sperimentato una strada similare per quanto riguarda la produzione ittica.

Nello specifico, Umami Meats si è occupata di estrarre le cellule dai pesci, partendo per ora dalle cernie, trasformandole in muscoli e grasso. Steakholder Foods li aggiunge poi a un “bioinchiostro” adatto per specifiche stampanti in tre dimensioni. Il risultato è un filetto che riprende le qualità del pesce pescato in mare. L’obiettivo dell’azienda singaporiana è quello di portare i prodotti così ottenuti sul mercato già dal 2024 nel proprio paese, per poi attendere la regolamentazione utile a esportarli all’estero, partendo da Stati Uniti e Giappone.

Poiché al momento il costo della coltivazione cellulare è troppo alto rispetto a quello dei pesci e dei frutti di mare reali, la scelta delle due aziende è stata quella di diluire nel “bioinchiostro” le cellule di pesce con ingredienti di origine vegetale. “Con il passare del tempo – spiega però l’amministratore delegato di Steakholder Foods Arik Kaufmanla complessità e il livello di questi prodotti aumenteranno e i prezzi legati alla loro produzione diminuiranno“.

Tecnicamente il filetto bianco, della lunghezza di un dito, viene “rimpolpato” a ogni passaggio dalla stampante su un piatto di vetro che scorre avanti e indietro. Il prodotto finale, riporta l’agenzia Reuters, avrebbe la friabilità del pesce tradizionale e, una volta fritto e condito, sarebbe da esso difficilmente distinguibile.

Il processo per realizzarlo è più semplice rispetto a quello che serve per produrre carne di manzo sintetico. Eppure presenta degli svantaggi. “Le cellule staminali di mucca – spiega infatti l’amministratore delegato di Umami Mihir Pershadsono state ampiamente studiate, ma si sa molto meno sui pesci. Dobbiamo capire cosa piace mangiare alle cellule, come amano crescere, e non c’è molta letteratura da cui partire. Il numero di scienziati che lavora sulla biologia delle cellule staminali di pesce è una piccola parte rispetto a quelli che lavorano su cellule animali e cellule umane“.

La sfida fondamentale, al momento, resta comunque equiparare i costi a quelli classici del settore ittico: “Vogliamo – aggiunge Pershad – che i consumatori scelgano sia in base al sapore, sia pensando a ciò che possono fare per il mondo e l’ambiente. E vogliamo prendere in considerazione i costi finali“.



[Fonte Wired.it]