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sabato, Gen 08

Pesticidi, nel 2022 l’Europa deve decidere cosa fare



Da Wired.it :

Il settore agricolo dell’Unione europea contribuisce al 10% delle emissioni di gas serra. Una misura per diminuirle, è stata identificata con la proposta di limitare l’uso di pesticidi. La produzione di tali prodotti chimici è di fatti ad alta intensità energetica e richiede combustibili fossili. Ma soprattutto, negli anni, l’uso intensivo di pesticidi ha avuto effetti devastanti sui fragili ecosistemi naturali, provocando una grande perdita sia sulla flora e fauna europea, che sulla salute dei cittadini. Come rendere il loro uso sostenibile dunque?

Pesticidi nella politica europea

La domanda che molti si pongono è: si può veramente pensare a un futuro del settore agricolo senza i pesticidi? L’attuale modello di agricoltura intensiva è in grado di fornire cibo ben più che a sufficienza, ma con se ha portato a un enorme deterioramento della natura e contaminazione del cibo che consumiamo. Da un sondaggio Eurobarometro dell’aprile 2021 emerge che il 65% dei cittadini dell’Unione europea sostiene che l’uso di pesticidi e altri prodotti chimici in agricoltura sia un problema urgente per le aree rurali.

Durante il 2021, alcune politiche a livello europeo hanno avuto come obiettivo principale quella di includere la di riduzione per pesticidi del 50%, incoraggiando l’ingresso sul mercato di prodotti alternativi, di bio-controllo dei parassiti, insieme a un target di crescita dell’agricoltura biologica al 25% su tutto il territorio europo.

Ma sebbene la strategia Farm To Fork, il piano messo a punto dalla Commissione europea per guidare la transizione verso un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente e che richiede la diminuzione pesticidi,  sia stata approvata a ottobre dal Parlamento europeo, essa non è uno strumento legislativo vincolante, e che all’indomani della nuova politica agricola comunitaria (Pac) approvata a dicembre, lascia largo margine di manovra ai governi nazionali.

Cosa ci aspetta nel 2022

Perché non vi siano solamente linee guida ad ampie interpretazione su come apportare una reale riduzione dell’uso di erbicidi e pesticidi, nel 2022 la Commissione vuole mettere in campo un altro strumento legislativo. In marzo la direttiva del 2009 sull’uso sostenibile dei pesticidi (detta Sud) che mira specificatamente a ridurre i rischi e gli impatti dell’uso dei pesticidi sulla salute umana e sull’ambiente, dovrà essere rivista. 

Sono molte e diverse le paure venute a galla tra gli operatore consultati prima della redazione del testo finale. Questa proposta ha chiaramente attirato gli interessi delle aziende agrochimiche, che temono che il loro fatturato diminuisca drasticamente, se le vendite dei loro prodotti verrà limitata. Anche alcune organizzazioni a sostegno degli agricoltori sono preoccupate che i loro iscritti non siano in grado di produrre abbastanza cibo, per soddisfare il fabbisogno e le richieste dei consumatori.

Come rendere sostenibile l’utilizzo dei pesticidi, se non attraverso una diminuzione del loro uso? Tra le soluzioni a cui fanno appello le aziende,  supportate da associazioni di agricoltori, la Sud dovrebbe favorire e promuovere l’adozione di un’agricoltura sempre più digitalizzata, con nuove tecnologie di precisione , come droni, e nuovi strumenti che rendano possibile una distribuzione mirata dei pesticidi sul terreno da cultura.

Le ong chiedono invece una transizione verso pratiche agroecologiche che rispettino la natura. “Stiamo assistendo a una preoccupante e persistente tendenza a concentrarsi sullo sviluppo di techno-fixes. Eppure, la scienza è chiara: abbiamo bisogno di una trasformazione completa del nostro sistema alimentare verso l’agroecologia, per rispondere alle sfide sanitarie, sociali e ambientali – ha detto Marta Messa, direttrice di Slow Food Europe, a Wired -. Slow Food non è contro l’innovazione, ma c’è bisogno di coinvolgere i piccoli agricoltori e i cittadini“. 

Costringere piccoli agricoltori ad utilizzare tecnologie molto costose di proprietà delle aziende agrochimiche, potrebbe avere come conseguenza una loro ulteriore dipendenza , ma anche eventuali problematiche economiche ed un possibile deterioramento di una agricoltura a conduzione familiare, che negli anni sta via via scomparendo.



[Fonte Wired.it]