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venerdì, Nov 26

Petrolio, è in corso una guerra dei prezzi



Da Wired.it :

Un “placebo” per placare la febbre dei prezzi dell’energia? Gli Stati Uniti e un consesso di altre cinque nazioni, tra i maggiori consumatori di petrolio al mondo, attingeranno alle riserve strategiche di greggio per raffreddare i prezzi in salita dell’oro nero a livello globale. Il totale messo a disposizione da Washington è di 50 milioni di barili, mentre altri 50 milioni verranno rilasciati in quote differenti da Cina, India, Giappone, Corea del Sud e Regno Unito. Il totale, 100 milioni di barili, basta tuttavia a coprire il fabbisogno mondiale di un solo giorno, che è pari a 97,53 milioni di barili secondo un’analisi dell’amministrazione americana per l’informazione sull’energia. La previsione per il 2022 è una crescita a 100,88 milioni di barili.

La tensione sui mercati ha visto i futures del Brent superare la soglia psicologica degli 80 dollari al barile all’International exchange Europe di Londra in ottobre (per poi ritornare sui 77,5 dollari venerdì mattina), dopo che nell’aprile 2020 era scivolato intorno ai 18 dollari. In quel momento la pandemia causava un netto calo della domanda, pertanto i paesi Opec decisero di rimuovere dal mercato 10 milioni di barili al giorno. Con la ripresa delle attività, lo scorso agosto il consesso dei 14 paesi produttori, insieme ai 10 di Opec+, ha deliberato di recuperare l’estrazione a un ritmo di 400mila barili al mese. Che tuttavia non basta, a quanto pare. Gli appelli lanciati dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden ad aumentare la produzione hanno lasciato i paesi produttori di greggio decisi a mantenere tale ritmo fino alla fine del 2022.

“Un fattore che vorrei sottolineare, e che ha causato questi prezzi alti, è la posizione di alcuni principali fornitori di petrolio e gas, alcuni paesi che non hanno assunto, a nostro modo di vedere, una posizione collaborativa in questo contesto – ha detto Fatih Birol, capo dell’Agenzia internazionale per l’energia di Parigi, massimo organo energetico internazionale, di fatto schierandosi nel corso di un webinar per la stampa secondo quanto riporta Cnbc -. Alcune delle principali pressioni sui mercati di oggi potrebbero essere considerate come una ristrettezza artificiale, perché nei mercati del petrolio vediamo quasi 6 milioni di barili al giorno di capacità produttiva inutilizzata, a carico di importanti produttori, i paesi dell’Opec+”. Birol ha sottolineato quindi l’effetto sull’inflazione “in un periodo di ripresa economica che resta irregolare e affronta molti rischi”.

“Il presidente è pronto a prendere ulteriori provvedimenti, se necessario, e a usare la sua piena autorità lavorando in coordinamento con il resto del mondo per mantenere adeguati rifornimenti, mentre usciamo dalla pandemia”, ha dichiarato la Casa Bianca. La riserva strategica di petrolio americana ammonta a 604,5 milioni di barili, secondo il Dipartimento dell’energia. D’altro canto però, i paesi produttori prevedono già di raggiungere il surplus nel primo trimestre del 2022 e rivendicano il ruolo di moderatori nel rapporto fra domanda e offerta, a confronto con il forte aumento del prezzo del gas. Infine, secondo analisti citati da Cnbc, visto che i produttori americani hanno mostrato scarsa inclinazione ad incrementare la propria produzione, i paesi Opec+ (come Nigeria, Angola e altri) non avrebbero alcuna fretta ad assecondare le richieste, dal momento che un forte aumento nella produzione da parte dei paesi Opec si tradurrebbe per loro in un prezzo inferiore del petrolio.



[Fonte Wired.it]