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Pezzotto, si passa dalle parole ai fatti. Sono oltre 2000 gli utenti multati

da | Mag 15, 2025 | Tecnologia


È scattata la prima ondata di multe per il pezzotto, il sistema per guardare illegalmente le partite a pagamento. Mercoledì 14 maggio, durante una conferenza stampa al Salone d’Onore del Coni a Roma, la guardia di finanza ha comunicato i primi dati concreti sull’applicazione della cosiddetta “legge anti-pezzotto” approvata nel 2023. Sono 2.282 gli utenti sanzionati in 80 province italiane per aver fruito illegalmente di contenuti protetti da copyright, in particolare eventi sportivi trasmessi via streaming. Si tratta di un’operazione coordinata dal Nucleo speciale beni e servizi in collaborazione con il Nucleo di polizia economico-finanziaria di Lecce, che segna la prima effettiva applicazione della legge 93/2023 anche nei confronti degli utenti finali, non solo verso i gestori delle piattaforme illegali.

L’epicentro dell’inchiesta

L’inchiesta che ha portato alle prime multe per gli utenti del pezzotto è in realtà il completamento di un’indagine partita da Lecce alcuni mesi fa. Secondo quanto riportato da LeccePrima, i finanzieri del comando provinciale di Lecce erano già risaliti nell’ottobre scorso alla “centrale di smistamento” del segnale Iptv illegale, denunciando quattro gestori residenti nel Salento e sequestrando preventivamente cinque immobili, due auto (tra cui una d’epoca) e circa 60mila euro in contanti. Grazie alla successiva sinergia con il Nucleo speciale beni e servizi della guardia di finanza di Roma, le indagini si sono estese a livello nazionale, “completando il mosaico” con l’identificazione degli oltre duemila utenti finali distribuiti in tutta italia. Questi clienti, che pagavano circa 10 euro mensili mediante ricariche di vario tipo, sono stati ora raggiunti da verbali di accertamento e contestazioni amministrative, rappresentando così l’ultimo anello della filiera illecita che aveva generato un giro d’affari di mezzo milione di euro.

La battaglia contro lo streaming illegale

Il “pezzotto” è un sistema diffuso per la visione illegale di contenuti a pagamento, in particolare le partite di calcio, evitando di sottoscrivere abbonamenti regolari con le emittenti ufficiali come Dazn o Sky. Secondo le stime presentate durante la conferenza, il danno economico causato dalla pirateria audiovisiva al solo sistema calcio ammonta a oltre 300 milioni di euro annui, con ripercussioni significative sull’intero ecosistema sportivo e sui broadcaster. La legge anti-pezzotto (93/2023) è stata concepita proprio per fronteggiare questa situazione, introducendo procedure più rapide per il blocco dei contenuti illegali e sanzioni severe sia per chi fornisce il servizio sia per chi ne usufruisce. Alcuni osservatori, tuttavia, hanno sollevato alcuni dubbi sulla proporzionalità delle misure e sui rischi di criminalizzazione eccessiva degli utenti.

Le multe comminate agli utenti identificati partono da un importo di 154 euro, ma in caso di recidiva possono raggiungere i 5.000 euro, con la possibilità di procedimenti penali. “Abbiamo svolto un’analisi dettagliata di regione, età, lavoro e ormai non si scappa più“, ha dichiarato il generale di brigata Gaetano Cutarelli, comandante del Nucleo speciale beni e servizi della guardia di finanza, sottolineando la capillarità dell’operazione, come riportato da Sky Sport. L’operazione di contrasto ha potuto contare anche sulla piattaforma “Piracy Shield“, attivata dall’Agcom a febbraio 2024, che permette di gestire in maniera automatizzata le segnalazioni e di bloccare entro trenta minuti i siti che trasmettono illegalmente contenuti protetti da copyright, in particolare eventi sportivi in diretta. Su questa piattaforma e le sue problematiche Wired ha pubblicato diverse analisi critiche, evidenziando i rischi di blocchi indiscriminati e le potenziali violazioni della neutralità della rete che questo sistema comporta, nonostante rappresenti un’innovazione nel panorama delle misure anti-pirateria.

Nel frattempo, le indagini proseguono e sono in corso le procedure di identificazione di altri clienti individuati in operazioni condotte con altre procure. Inoltre, due distinti procedimenti penali sono in fase di sviluppo alla procura di Roma, in virtù del protocollo operativo siglato con guardia di finanza e Agcom, come ha evidenziato il Sole 24 Ore. La strada intrapresa dalle autorità italiane sembra ormai tracciata: colpire non solo i fornitori di servizi illegali ma anche gli utenti finali.



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Scritto da Flavio Perrone, consulente informatico e appassionato di tecnologia e lifestyle. Con una carriera che abbraccia più di tre decenni, Flavio offre una prospettiva unica e informata su come la tecnologia può migliorare la nostra vita quotidiana.

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