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lunedì, Nov 04

piano casa da 2 miliardi


Anche nel mattone può esserci innovazione, soprattutto quando il ballo non c’è tanto un investimento immobiliare speculativo, quanto un intervento di valore sociale ed urbanistico di grande portata. Paradossalmente, infatti, in California si è venuta a creare la strana situazione per cui l’innalzamento del prezzo delle abitazioni è diventato insostenibile per molti cittadini autoctoni. Migliaia di persone si stanno pertanto allontanando dalle proprie stesse comunità (quelle che intimamente considerano “casa”) poiché impossibilitati a sostenere i rincari. L’impegno di Apple è di valore, quindi, ma tutto fuorché scontato.

Le abitazioni nell’area di San Francisco avrebbero ormai un prezzo medio che supera il milione di dollari e questo innalzamento, stimolando un’ovvia selezione naturale tra i cittadini, porta al rincaro anche istruzione, sanità e qualsivoglia altro servizio. L’inflazione è un’ovvia conseguenza della presenza di grandi aziende, insomma, ma inizia a riversare sul territorio gravi danni collaterali di cui qualcuno deve giocoforza farsi carico.

Ecco perché Apple investe nel mattone

Dove l’innovazione ha portato ricchezza, infatti, l’innovazione stessa è diventata un fattore ingombrante che ha prodotto una selezione di reddito e di professionalità, isolando parti importanti della popolazione in una situazione di gravosa difficoltà. Il rischio è però quello di veder irrimediabilmente depauperate alcune zone di operai, cittadini, attivisti, esponenti di spicco delle comunità locali ed altri tasselli fondamentali per il tessuto sociale ed urbano. Apple ha scelto: “vogliamo essere parte della soluzione“.

Nel proprio comunicato il gruppo di Cupertino parla di 2,5 miliardi di dollari di investimento in questo progetto, preannunciando di voler in seguito reinvestire i capitali che rientreranno a seguito dell’attività di lungo periodo che andrà a cominciare fin dai prossimi mesi. Al momento il gruppo sta esplorando il panorama delle aziende interessate a partecipare, mettendo sul piatto i giusti requisiti. Il capitale sarà necessario in particolare per lo sviluppo di abitazioni a basso costo (1 miliardo) e per l’aiuto finanziario a chi acquista per la prima volta una abitazione (1 miliardo). Apple mette inoltre a disposizione terreni propri (300 milioni), con l’obiettivo ultimo di arrivare a sviluppare un maggior numero di case al fine di aumentare l’offerta e calmierare prezzi ormai eccessivamente alti.

Cantiere in California

Tim Cook avrebbe incassato la collaborazione del Governatore Gavin Newsom ed avrebbe identificato il nuovo programma come estensione del precedente Homelessness Prevention System già in auge da tempo. Il problema dei senzatetto diventa pertanto qualcosa di cui Stato e azienda intendono farsi carico, in parte condividendo le responsabilità sociali ed in parte mettendo in gioco i propri capitali al fine di salvaguardare gli equilibri sociali dei luoghi in cui anche Apple ha affondato le proprie radici. La speranza di Tim Cook è che anche altre grandi aziende della Silicon Valley si facciano carico delle proprie responsabilità, condividendo il piano ed offrendo il proprio contributo: la crisi abitativa nell’area di San Francisco potrebbe risolversi realmente soltanto con la collaborazione di tutti, riconsegnando alle comunità locali “dignità” (parola usata a proposito da Apple e sempre più spesso legata al concetto di “casa”).

Nessun cenno a logiche di smart home, piani di sostenibilità a impatto zero o altri elementi che possano deviare il progetto dal suo obiettivo principale: a prescindere da quelle che saranno le caratteristiche legate a urbanistica, tecnologie e interni, le case volute da Apple devono essere per prima cosa accessibili, in grado di riversarsi improvvisamente sul mercato per calmierare le spinte inflazionistiche che stanno evidentemente lasciando segni troppo evidenti sulle comunità. Un programma di ampio respiro, quindi, per una risposta che vuol essere anzitutto sociale. Investire nel mattone è un modo per investire su capisaldi sui quali anche l’innovazione si regge: il territorio, i legami sociali, il tessuto urbano e tutta quella serie di equilibri in grado di soddisfare i bisogni fondamentali della persona. A partire da quel che ognuno può intendere come “casa”.



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